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Come essere social secondo Francesco

Nel giorno in cui la Chiesa ha celebrato la Sacra Famiglia, all'Angelus Papa Francesco ha esortato i giovani a spegnere i telefonini a tavola e a riscoprire il dialogo tra le mura domestiche. Nelle stesse ore a Verona un clochard ĆØ morto di freddo su una panchina. Non potrebbe esserci rappresentazione piĆ¹ tragica di una societĆ  che si ripiega virtualmente su se stessa ignorando le sofferenze reali degli ultimi. Nell'anno che sta per concludersi il Pontefice ha percorso ogni strada per raggiungere il cuore dell'umanitĆ , anche attraverso un uso “umanizzante” delle nuove tecnologie.Ā La Chiesa ha sempre annunciato il Vangelo attraverso i canali attivi in un preciso momento storico. Rintracciare tweet e post nella storia dellā€™evangelizzazione non ĆØ semplice. Se non altro perchĆ© sono forme di linguaggio inedite, almeno sino a poco tempo fa. A guardar bene, forme di linguaggio innovativo non sono del tutto estranee allā€™annuncio del Vangelo. Non saranno tweet, post o blog, ma il segno della croce o il suono delle campane sono ovviamente ben piĆ¹ di un flash mob e di un trill, ne precorrono la forma, richiamano al mistero e durano ancora.

GesĆ¹ stesso ha dato prova di saperci fare con la comunicazione: da Nazaret scese a Cafarnao a predicare. Dunque da un luogo isolato ed arroccato ad un porto di lago, il mare di Galilea, per altro attraversato dalla via dellā€™impero, il cardo maximus, che portava a Damasco, sede di una dogana e in rapporti commerciali con lā€™alta Galilea, la Siria, la Fenicia, lā€™Asia Minore, Cipro e lā€™Africa. E lo stesso Figlio di Dio accompagna i fedeli dallā€™Annunciazione allā€™Annuncio. Dā€™altronde: “Il Verbo si ĆØ fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Il missionario scalbriniano don Gaetano Saracino ha studiato i legami tra le Sacre Scrutture e il linguaggio attuale dei social: nella storia recente quando Benedetto XVI inaugurava dallo schermo di un iPad la sua presenza su Twitter, aprendo otto account in altrettante lingue, cui si ĆØ aggiunta poco dopo quella in latino. I mass media collegarono quellā€™evento al gesto di Pio XI, che nel 1931 dai microfoni di Radio Vaticana lanciava il suo primo messaggio radiofonico e, ancor prima, la benedizione impressa da Leone XIII nel 1896 sulla pellicola dei fratelli LumiĆØre. La pellicola del cinema e il microfono di una radio da una parte e un iPad aperto su un social dallā€™altra, costituiscono forme differenti di comunicazione corrispondenti a quasi due epoche ma, come la radio ha rappresentato la trasmissione dellā€™informazione ad ampio raggio, cosƬ Twitter rappresenta la conoscenza connettiva e condivisa, rispondendo al modo attivo di comunicare odierno.

Una Chiesa che sa sorprendere esiste: non solo lezioni a colpi di liturgie ma anche comunicazione mass mediatica e pratiche on line per comunicare. Il cuore ĆØ sempre la Buona Notizia, il Vangelo. Lā€™Annuncio corre, ĆØ presente, ma proprio per la sua natura viva e vivificante non puĆ² rimanere lettera, deve diventare prossimitĆ , incontro, dialogo. In una tag cloud, quella specie di nuvola grafica dove la grandezza delle parole scritte ĆØ proporzionale alla loro ricorrenza, sarebbero queste le parole chiave del pontificato di Francesco: prossimitĆ , incontro, dialogo. Al centro della comunicazione le persone sono in forte relazione fra di loro. E allora mentre lā€™attenzione social, fortemente favorita dallā€™innovazione tecnologica, si ĆØ ormai spostata dal mezzo al messaggio, in Papa Francesco resta marcata lā€™esigenza di stabilire una relazione sempre, in qualsiasi contesto comunicativo perchĆ© il messaggio si affermi con autenticitĆ  ed efficacia.

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