Bergoglio, amato e incompreso

Non è amato da tutti né da chiunque. È sicuramente più stimato dal popolo e meno dentro i circuiti gerarchici e cattolici. Dopo un Papa mite e riservato come Ratzinger la Santa Chiesa Romana si ritrova da due anni con il suo esatto opposto. Da quando Bergoglio è salito sul soglio di Pietro non ha smesso per un solo giorno di stupire il mondo con le proprie parole e azioni. Gesti forti e spesso così tanto normali e semplici che fatti da un Pontefice sono risuonati come eventi senza precedenti.

I primi ad essere scandalizzati sono proprio i monsignori che alle sue spalle di fatto prendono le distanze etichettandolo come un ingenuo che non misura le sue scelte; altri invece amano marcare la sua provenienza religiosa di gesuita per definirlo “pericoloso” e imprevedibile. Con il mondo politico non va d’accordo mentre ama la comunicazione, la usa e non si risparmia dinanzi a chi lo interroga.

Coloro che vogliono fare una certa carriera, tra preti e potenziali prelati, hanno improvvisamente incominciato ad imitarlo mettendosi a parlare dei poveri e a compiere gesti caritatevoli nei confronti dei più deboli. Papa Francesco per tantissime persone è un esempio e un modello da seguire, mentre per altri risulta scomodo e ingombrante… indigesto. Per alcuni è visto addirittura come colui che distruggerà la Chiesa spingendola verso il relativismo più sfrenato.

Certamente questa personalità forte è temuta, risultando minacciosa per coloro che vorrebbero imprigionare la Chiesa nella sola e unica via della tradizione. Ci sono molte correnti conservatrici che definiscono Francesco come il definitivo distruttore del potere temporale del Vaticano; quindi il Vicario di Cristo avrebbe l’obiettivo di rendere più umile e povera l’intera istituzione umana e spirituale spingendola ad essere più autentica, responsabile e coerente con il Vangelo.

Il Vescovo di Roma sembra voglia abbassare la cresta dei cattolici superbi e pieni di boria; più volte non risparmia i “maestri” pronti a imporre pesi insopportabili sulle spalle dei deboli mentre vivono da spregiudicati e fregandosene di chi soffre.

Nonostante le folle lo adorino riempiendo le piazze, non penso sia stato ancora ben compreso nei suoi obiettivi primari. Con il nome scelto per il suo pontificato ha delineato il reale percorso che ha in mente per tutta la Chiesa, perché non bisogna dimenticare ciò che i signori cardinali gli hanno chiesto, in un momento dove sicuramente la presenza dello Spirito Santo era molto invadente: un forte rinnovamento spirituale ed una svolta da tutti i vari imbrogli e giochi di potere che stavano seriamente danneggiando l’immagine della Santa Sede.

Dopo due anni di pontificato possiamo solo continuare a sperare che realmente avvengano delle svolte profonde per il bene di questo Corpo Mistico. Al di là dei prognostici apocalittici dovremo invece sperare e pregare affinché la Luce del Verbo continui ad illuminare colui che Dio ha chiamato come pastore. Certamente continuerà a stupirci e soprattutto a farci riflettere. È troppo facile – in un certo senso – criticare il Papa, molto più complicato mettersi in ascolto, comprendere i suoi insegnamenti e aiutarlo a costruire il Regno di Dio.