L’Assunta in cielo per insegnarci umiltà e affidamento

Il 15 agosto è solennità liturgica che unisce Oriente e Occidente. L’Assunzione di Maria al cielo che noi cattolici festeggiamo a ferragosto, coincide con la festa della dormizione di Maria che la Chiesa Ortodossa e quella Apostolica Armena celebrano nella stessa giornata. Una coincidenza ecumenica che dimostra la centralità della devozione mariana quale ponte tra cristiani. I Pontefici, da Pio XII che 70 anni fa proclamò con la Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus, il dogma dell’Assunzione della Vergine Maria al cielo, a Papa Francesco che ne ha invocato la protezione in pandemia, la madre di Cristo è simbolo di rinascita alla vita nuova.

Infatti Maria è stata la prima, dopo Suo Figlio, a conoscere la resurrezione, anticipando ciò che accadrà a tutti noi nel giudizio finale. Lei umile e altissima creatura, dopo essere stata preservata dalla macchia del peccato, diventa il modello per la “gloria celeste in anima e corpo”. E, come stabilisce la Costituzione di Papa Pacelli, “chi osa negarlo o porlo in dubbio volontariamente, sappia che è venuto meno alla fede divina”.

La profondità spirituale del nostro essere figli di Maria è riecheggiata, nel momento più buio della pandemia, in una delle più commoventi omelie di Papa Bergoglio. Il 3 aprile il Pontefice della Misericordia ha richiamato il mondo (desolato e immobile come piazza San Pietro deserta) l’importanza di meditare sui sette dolori di Maria. Francesco, in particolare, ha sottolineato una delle unicità della Madonna: “mai ha chiesto qualcosa per se, mai! Solo per gli altri, come a Cana. Mai ha detto: ‘io sono la madre, guardatemi, sarò la regina madre’, mai lo ha detto, mai ha chiesto qualcosa di importante per lei nel collegio apostolico. Ha solo accompagnato Gesù come discepola, e lo ascoltava con le amiche, le pie donne”.

L’Assunzione è una delle più antiche feste mariane e simboleggia ciò che Dio apprezza dell’umanità: umiltà e affidamento. Oggi festeggiamo come comunità dei credenti, oltre il dogma di fede, anche la realizzazione del Magnificat. La speciale benevolenza riversata da Dio in Maria diventa gioia ed esultanza per tutta la Chiesa.

L’immacolata Vergine, preservata da ogni colpa originale, è la concretizzazione di un universo pienamente conforme al figlio dell’Altissimo che la Lumen Gentium definisce “vincitore del peccato e della morte”. Il significato teologico della solennità odierna è racchiuso in una espressione memorabile del Dottore della Chiesa, San Giovanni Damasceno: “Colei che aveva ospitato il Verbo entra nel Regno dei Cieli dopo aver assistito il proprio Figlio fino alla Croce, ricevendo nel corpo il dolore da schiava di Dio”.

Chissà quanti di noi sanno perché il giorno dell’Assunta è chiamato anche ferragosto. Sull’impronta dell’antica espressione latina “feriae Augusti” ( cioè, riposo dell’Imperatore Augusto ) è stata cristianizzata la ricorrenza, mettendo in calendario la glorificazione della totale purezza e integrità di Maria. Ciò valorizza il ruolo di intercessione e mediazione da Lei svolto in favore degli uomini. Non è un caso che la dormizione di Maria, come rappresentata nelle icone orientali, magnifichi il Suo farsi collegamento tra cielo e terra come solo i sogni sanno essere.

Papa Francesco ha portato nella sua stanza una piccola statua di San Giuseppe dormiente, perché è durante il sonno che la Sacra Famiglia scopre la vocazione e la missione per la Salvezza. “Siamo tutti sulla stessa barca” ha detto il Papa descrivendo la tempesta con la quale la barca di Pietro si confronta da duemila anni. La Chiesa non deve mai riporre la sua certezza nel potere o nell’abilità di barcamenarsi tra incombenze mondane, bensì nell’assoluta fiducia in quel Cristo che si addormenta tra le onde impetuose perché è sicuro della protezione divina, mentre gli apostoli inizialmente dubitano e temono. Fidarsi del Vangelo è paragonabile all’addormentarsi beato del bimbo tra le braccia della mamma.