Afghanistan: il futuro di donne e bambini dipende anche da noi

La situazione in Afghanistan è terribile. Dopo l’annuncio americano del ritiro delle truppe e la presa di Kabul da parte dei Talebani, la situazione peggiora ora dopo ora. Sono tante le donne e i bambini che cercano di riuscire a superare lo sbarramento dell’aeroporto di Kabul per sperare di essere messe in salvo dalle forze militari occidentali.
C’è tempo fino al 31 agosto per mettere in salvo più persone possibili. Questa è la data indicata dal Presidente USA, Biden, come deadline per il rientro di tutte le forze militari, anche se è notizia di queste ore che l’Inghilterra di Johnson, stia chiedendo di restare nel territorio anche oltre la data del 31 agosto.

In questi giorni abbiamo assistito e continuiamo ad assistere a scene strazianti di madri che in tutti i modi possibili provano a salvare i loro bambini, anche cedendoli a militari occidentali presenti oltre lo sbarramento militare dell’aeroporto di Kabul; in più città dell’Afghanistan, secondo testimonianze dirette, i talebani starebbero dando vita ad esecuzioni sommarie; si parla di donne picchiate, perseguitate, cercate casa per casa al fine di farle diventare un “bottino di guerra”. Tra le parole dichiarate in conferenza stampa dai rappresentanti dei talebani e la realtà ci sarebbe insomma una netta differenza ed è importante che l’attenzione mediatica su questo atto criminale non cali.

Con Steadfast da molti anni operiamo in territori difficili come la Nigeria. È evidente la nostra grande preoccupazione per quanto sta avvenendo in Afghanistan. È per questo che, essendo in contatto con Organizzazioni Umanitarie che operano sul territorio, stiamo cercando di aiutare come possiamo.

La situazione che ci viene descritta è molto complessa, le ONG impegnate a Kabul stanno cercando di far accedere all’aeroporto più persone possibili, specialmente donne e bambini che sono in grave pericolo di vita.
I cooperanti presentano alle autorità liste con nomi di persone in pericolo di morte, che hanno estrema necessità di lasciare il territorio afghano il prima possibile. Inizialmente con grande difficoltà sono stati strutturati piccoli corridoi umanitari, oggi sembra che la situazione stia migliorando e centinaia di donne e di bambini riescono ad accedere all’aeroporto in attesa di salvezza.

Questa emergenza umanitaria non può essere gestita solo da singoli Paesi come l’Italia, va condotta come Unione Europea. Per questo Steadfast da giorni, tramite i suoi contatti istituzionali, sta facendo pressione verso il Parlamento UE. C’è estremo bisogno di un serio programma di aiuto con la creazione di corridoi umanitari per donne e bambini. Siamo in emergenza e bisogna agire il prima possibile. La nostra richiesta – notizia di queste ore – è stata accolta da un gruppo di eurodeputati, che nella giornata di ieri hanno scritto al presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, per un immediato sollecito della Commissione Europea e dell’Alto Rappresentante, il vicepresidente Josep Borrell.

È stato richiesto che la UE organizzi corridoi in collaborazione con le Organizzazioni Umanitarie che operano in terra afghana, essendo queste le uniche che hanno il vero polso della situazione.
Sono molteplici le sottoscrizioni alla petizione lanciata da Steadfast in queste ore per chiedere alla politica europea di agire. Contiamo che più adesioni saranno e maggiore sarà la pressione per ottenere la salvezza di queste donne e bambini. È fondamentale che in queste circostanze di estremo bisogno, che le Organizzazioni collaborino unite per aiutare il più possibile. È il minimo che possiamo fare per aiutare chi oggi è in prima linea cercando di evitare stragi di innocenti.

Di seguito il link per firmare la petizione:
https://www.steadfast.ngo/afghanistan-chiediamo-corridoi-umanitari-per-donne-e-bambini-afghani/