I 75 anni dell’Onu e le nuove sfide globali

Sono passati settantacinque anni dalla nascita delle Nazioni Unite. Il patto fondativo di 51 Stati prevedeva l’impegno a lavorare insieme per preservare la pace e la sicurezza tra le Nazioni grazie al dialogo ed alla cooperazione internazionale. Oggi sono 193 i Paesi che fanno parte dell’Onu: praticamente quasi tutto il pianeta.

Settantacinque anni fa il mondo si lasciava alle spalle la seconda guerra mondiale, gli orrori del nazismo, in un mondo i cui scenari conservavano focolai di tensione con nuovi possibili conflitti sanguinosi e situazioni drammatiche. Eppure, in quel periodo storico molto delicato, si ritrovò la forza del dialogo, del negoziato, della volontà comune di lavorare insieme per costruire un’organizzazione internazionale in grado di dare una prospettiva di speranza e una visione positiva del futuro. Uno sforzo che dette i frutti sperati, al punto che alcuni decenni dopo, nel 2001, venne assegnato all’Onu il Premio Nobel per la pace che già nel 1988 era già stato conferito alle sue forze di peacekeeping.

Oggi per il suo 75° anniversario, le Nazioni Unite lanceranno la più grande discussione globale sul ruolo della cooperazione internazionale nella costruzione del futuro che desideriamo. L’iniziativa nasce in uno scenario drammatico, in piena pandemia da Covid e, proprio per la delicatezza della situazione, assume un significato ancora più forte.

L’Italia renderà omaggio a questa ricorrenza portando al Palazzo di Vetro e in diretta mondiale uno spettacolo concepito dal Teatro alla Scala con la partecipazione speciale di Roberto Bolle e dei nomi di punta del balletto scaligero e questo per riflettere sull’esperienza degli ultimi mesi quando il Coronavirus ha sconvolto il mondo.

“La musica unisce le persone, è l’unica forma di comunicazione al mondo per la quale non sono necessari traduttori. Dobbiamo investire nella cultura e proteggere i diritti culturali proprio come proteggiamo tutti gli altri diritti umani”, ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che poi ha ricordato le priorità di questo nostro tempo: sconfiggere la pandemia, prevenire la catastrofe climatica, sostenere l’uguaglianza tra donne e uomini e aprire la strada a un mondo più sicuro, più sano, più giusto e sostenibile.

Una vera e propria “guerra globale” che richiede una risposta da parte di tutti. Ogni epoca ha le sue emergenze ed urgenze, essere consapevoli del lavoro che c’è da fare, fissare gli obiettivi e sapere che si possono raggiungere solo lavorando insieme è il passo necessario. Questi obiettivi rinnovano la missione e la funzione delle Nazioni Unite ed il patto fondativo degli Stati che tutti insieme sono chiamati a farsi costruttori di pace.