Usa, un ex schiavo verso l’onore degli altari

Karol Wojtyla, che alla congregazione per le Cause dei santi era stato spesso da cardinale di Cracovia per presentare i candidati alla santità della sua arcidiocesi, diceva che in quel dicastero vaticano era facile entrare da vivi ma era difficile tornarci da morti. A lui ciò è capitato. Augustine Tolton (1854-1897) era un ex schiavo, diventato il primo prete nero nella storia della Chiesa cattolica. Adesso, riferisce l’Agi, potrebbe salire un altro gradino e diventare il primo santo afroamericano. Lo ha deciso Papa Francesco con l'emanazione di un decreto in cui, dichiarando le “virtù eroiche” di padre Augustine, si apre il percorso alla beatificazione o alla canonizzazione. L'arcidiocesi di Chicago ha perorato la causa della canonizzazione per sedici anni. Perché venga beatificato gli si deve attribuire un miracolo. Se gliene saranno attribuiti due, sarà canonizzato, cioè dichiarato santo.

Vittima di pregiudizi razziali

Tolton era nato nel 1854 a Brush Creek in Missouri, nella piantagione di un cattolico che faceva battezzare i suoi schiavi a cui dava un'educazione religiosa. Era ancora un bambino quando Augustine scappò insieme alla madre e ai fratelli: si stabilirono a Quincy in Illinois dove frequentò una scuola cattolica ma non poté entrare in seminario perché i neri erano esclusi. Per essere ordinato sacerdote dovette trasferirsi a Roma, da dove sarebbe voluto partire in missione per l'Africa. Diventato prete a 31 anni, il cardinale Giovanni Simeoni decise di rimandarlo negli Stati Uniti proprio nella sua Quincy. Secondo la biografia di padre Augustine pubblicata dalla Diocesi di Springfield, il cardinale aveva deciso così per “mettere alla prova gli Stati Uniti, che hanno fama di essere il Paese più illuminato al mondo ma non hanno ancora visto un prete nero”. La missione di padre Tolton si rivelò subito difficile. Nei tre anni che trascorse a Quincy fu vittima di continui pregiudizi razziali: un prete bianco lo insultò, il vescovo gli impedì di dire messa o amministrare i sacramenti ai parrocchiani bianchi. Tolton finì a Chicago, al servizio dei più poveri, fondando la parrocchia di Santa Monica frequentata dagli afroamericani. Morì a 47 anni per un attacco di cuore. Fu una luce in periodo difficile nella storia della nazione, secondo l’arcidiocesi statunitense.

Dedizione sacerdotale

Dopo essere nato in schiavitù e aver vissuto con difficoltà il suo ministero pastorale a causa del razzismo, padre Augustine (detto anche Augustus) Tolton potrebbe dunque diventare il primo sacerdote statunitense di origine africana ad essere dichiarato santo. Il cardinale Francis George, arcivescovo di Chicago, introdusse  la sua causa di beatificazione e canonizzazione. “Abbiamo bisogno delle sue preghiere e del suo aiuto, soprattutto per diventare una Chiesa più unita”, dichiarò il porporato al Catholic New World, la rivista dell'arcidiocesi. “Il suo esempio di dedizione sacerdotale, la sua cultura e la sua predicazione sono grandi esempi per i nostri seminaristi e sacerdoti, e devono ispirare i laici”. Augustine Tolton aveva 9 anni quando sua madre fuggì dalla condizione di schiavitù con lui e i suoi due fratelli. La famiglia si recò a Quincy, nell'Illinois, dove egli venne iscritto alla scuola cattolica di St. Peter's. Lì iniziò a sentire che Dio lo chiamava a diventare sacerdote. Fu tuttavia respinto da tutti i seminari degli Stati Uniti, venendo alla fine inviato a Roma per i suoi studi. Pensava di recarsi come missionario in Africa. Fu ordinato sacerdote a San Giovanni in Laterano nel 1886, ma il giorno prima dell'ordinazione gli venne detto che sarebbe stato inviato negli Stati Uniti. Padre Tolton sapeva il sacrificio che ciò comportava, ma unì la sua sofferenza a quella di Gesù.Tornò a Quincy, ma il razzismo impedì il suo ministero e chiese di essere trasferito a Chicago. La sua richiesta venne accolta nel 1889. Il vescovo ausiliare di Chicago, monsignor Joseph Perry, ha seguito personalmente la causa di canonizzazione di padre Tolton. Anche se la causa viene considerata “antica” perché  non ci sono testimoni viventi, aveva spiegato il presule alla rivista diocesana, “credo che ci siano documenti sufficienti per un primo esame da parte di Roma”. “Padre Tolton lavorò coraggiosamente in questa città e a Quincy, e rimase sempre un sacerdote e un cattolico fedele e obbediente”, aveva sottolineato monsignor Perry. “Non abbandonò il Signore. Rimase fedele, la sua testimonianza silenziosa è una sfida ai nostri pregiudizi e alla ristrettezza di criterio che ci mantiene isolati dalla varietà nel regno di Dio”.