Tre incontri e una mostra in ricordo di don Lorenzo Milani

Milani

Prendersi cura del prossimo, il coraggio dell’attenzione, la vicinanza ai più giovani”. Saranno questi i temi al centro del programma che la comunità ecclesiale del Ss. Sacramento, in collaborazione con Pax Christi, l’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro, l’ufficio Migrantes e la Consulta delle aggregazioni laicali della diocesi di Andria, ha organizzato per questo mese, in sintonia con la riflessione offerta dal vescovo di Andria, mons. Luigi Mansi, contenuta nella Lettera Pastorale ispirata alla parabola del Buon Samaritano “Si prese cura di lui”. Saranno diversi gli appuntamenti in programma: mercoledì 29 gennaio Beniamino Deidda, magistrato, tratterà il tema: “L’obbedienza non è più una virtù. È ancora attuale Don Lorenzo Milani?”. Venerdì 31 gennaio, Sandra Gesualdi, esponente della fondazione don Milani e figlia di uno dei primi allievi di don Lorenzo, incontrerà alcuni studenti delle scuole medie. Sempre venerdì 31 gennaio, in collaborazione con l’ufficio Migrantes, la Consulta delle aggregazioni laicali e la Casa Accoglienza “S. M. Goretti” Sandra Gesualdi, darà vita a un incontro-testimonianza sulla vita e la personalità di don Lorenzo Milani e le sue “Esperienze Pastorali”. Nei giorni 28-29-30-31 gennaio, inoltre, sarà allestita una mostra, a cura della Fondazione don Lorenzo Milani di Firenze, intitolata “Gianni e Pierino. La scuola di lettera ad una professoressa” rivolta principalmente alle scuole di Andria.

Lettera a una professoressa

La mostra rappresenta il racconto della vita, delle opere e della figura di Don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana, che negli anni ‘50 e ‘60 propose un esperimento educativo che divenne una risposta concreta alla mancata realizzazione di una offerta formativa inclusiva da parte delle istituzioni di allora. La scuola di Barbiana è un'esperienza educativa sperimentale avviata e animata da don Lorenzo dal 1954 al 1967. L'innovativa scuola provocò un ampio dibattito sulle innovazioni da apportare in materia di pedagogia. Dapprincipio sconcertò – e poi stimolò le reazioni – gli addetti ai lavori, raggiungendo ampia fama con la pubblicazione della celeberrima Lettera a una professoressa, una critica polemica alla scuola dell'obbligo dell'epoca, redatta collettivamente dagli scolari più grandi di Barbiana sotto la supervisione – ma non l'intervento diretto, come egli ribadirà a più riprese – di don Milani. Nella lettera, la scuola pubblica viene definita “un ospedale che cura i sani e respinge i malati“, in quanto non si impegnava a recuperare e aiutare i ragazzi in difficoltà, mentre valorizzava quelli che già avevano un retroterra familiare positivo, esemplificando questo genere di allievi con il personaggio di “Pierino del dottore” (cioè Pierino, figlio del dottore, che sa già leggere quando arriva alle elementari).