Roma-Robe, il ponte della misericordia

La Comunità Missionaria di Villaregia sin dagli inizi della sua storia ha assunto il volto di una famiglia internazionale.Da Roma per l’Etiopia. Un ponte di solidarietà che dalla città eterna arriva fino a Robe, a 400 km da Addis Abeba, la capitale etiope, per sostenere la nuova sfida dei missionari di Villaregia, riferisce AdnkronosLa Comunità Missionaria di Villaregia (Cmv) è una comunità cattolica plurivocazionale, composta da laici consacrati, laiche consacrate, chierici, coppie di sposi e laici, di diverse nazionalità, uniti da una stessa spiritualità e da una medesima missione: costruire comunità e vivere la comunione fraterna per la missione ad gentes (ai popoli).  “All’inizio ci si voleva chiamare semplicemente “Comunità Missionaria”- spiegano i violontari-. Le due parole, infatti, bastano a definire la nostra realtà: persone che desiderano vivere in comunione fraterna, quindi “comunità”; chiamata e impegnata a vivere quella dimensione essenziale dell’identità della Chiesa che è la missione. Ma a distinguerla da tante altre comunità con finalità missionaria esistenti nella Chiesa, si è scelto di aggiungere la specificazione: “di Villaregia”, nome del piccolo centro rurale dove sorge la casa madre”.  Dal Brasile al Perù, dalla Co­lombia alla Costa d’Avorio, dalla Francia all’Italia, dal Porto Rico al Messico. I missionari sono uomini e don­ne, sposati e celibi: una mescolanza di volti, un in­treccio di provenienze. “Non ci siamo scelti reciprocamente ma, costruendo insieme la stessa comunità, ci accogliamo gli uni gli altri come un dono specialissimo di Dio- raccontano-. Paesi diversi, culture e modi differenti di concepire la vita sono gli ingredienti per costruire l'unità nella diversità. Le nostre storie sono l’incredibile intreccio di situa­zioni che hanno portato uomini e donne, nati e cresciu­ti a migliaia di chilometri di distanza, ad approdare nel­la Comunità“. 

Gli antichi mestieri

Torna il presepe vivente missionario, in scena sabato 28 dicembre e sabato 5 gennaio, nella periferia sud di Roma, sede della Comunità Missionaria di Villaregia. La Betlemme al tempo di Gesù è stata ricreata nello scenario della riserva naturale di Decima Malafede, alle porte di Roma. Ad accogliere i visitatori saranno i soldati romani per il censimento. Tra i vicoli del villaggio sarà possibile passeggiare per ammirare le botteghe storiche che ospitano gli antichi mestieri: il falegname, il fabbro, il vasaio, il ciabattino, la tessitrice, il fornaio. Non può mancare una tappa alla sacra famiglia per rivivere l’atmosfera della nascita di Gesù, e la sfilata dei Magi in sella ai cavalli e al cammello. 

Radici e carisma 

 La Comunità Missionaria di Villaregia comincia a esistere nel 1981, quando monsignor Sennen Corrà, allora vescovo di Chioggia, accetta la richiesta di padre Luigi Prandin e Maria Luigia Corona, fondatori della Comunità, di accogliere la nascente realtà nella diocesi veneta, e la erige in pia unione di culto e religione. Il vescovo coglie nel primo gruppo di giovani che desidera vivere una vita di radicalità evangelica, l’azione di Dio che, mediante il suo Spirito, suscita nella Chiesa carismi rispondenti alle esigenze dei tempi. “La globalizzazione ha ridisegnato i confini della missione, non solo quelli geografici, ma anche quelli antropologici, culturali, sociali- sottolineano gli animatori della Comunità-. Se in un recente passato il termine missione indicava l'attività di evangelizzazione nelle aree geografiche chiamate “terre di missione”, oggi il primo annuncio appare altrettanto urgente anche nel mondo occidentale. Per questo come missionari collaboriamo all’evangelizzazione nei paesi di antica cristianità, senza però perdere la nostra chiamata specifica e prioritaria: portare il Vangelo fino alle estremità della Terra”. E aggiungono: “Poiché la nostra Comunità unisce consacrati e consacrate, laici e famiglie, ognuno vive la comune chiamata alla missione ad gentes con la propria specificità. I missionari nel mondo e gli sposi missionari, a motivo della loro laicità e stabilità nel territorio, vivono la loro missionarietà soprattutto nel loro contesto di vita, nel mondo del lavoro, nella collaborazione alle attività missionarie delle Comunità locali, nelle diocesi in cui vivono, raggiungendo le “periferie esistenziali” locali. La loro azione evangelizzatrice e la loro testimonianza si esprime nella famiglia, nel lavoro, a scuola e negli ambiti sociali in cui sono inseriti. Quando partono per altri Paesi arricchiscono l’azione missionaria con i propri talenti, le proprie competenze e peculiarità“.

Vasaio per un giorno

Momento centrale della giornata sarà la testimonianza musicale di Filomeno Lopes. Originario della Guinea Bissau, è arrivato a Roma dove lavora per la Radio Vaticana. Attraverso la musica, cerca di comunicare un messaggio di pace e di sviluppo, di accoglienza e riconciliazione. I più piccoli potranno diventare per un giorno “vasaio” o “muratore”. E potranno anche loro cimentarsi in attività manuali nelle botteghe della ceramica e della lana o nella fabbrica di mattoni. Uno spazio “Laboratori” interamente dedicato a loro sarà riservato per giocare e divertirsi insieme. Partecipazione straordinaria del cammello, presente entrambe le date: grandi e piccini potranno salire sulle gobbe e farsi fotografare.