Riapre al pubblico la basilica di Collemaggio

Riaprirà al pubblico mercoledì 20 dicembre la basilica di Santa Maria di Collemaggio, nella diocesi dell’Aquila. La struttura fu gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009 che colpì l'Abruzzo.

Il restauro

La basilica, di proprietà del Comune dell’Aquila, è stata restaurata grazie a Eni, con progettazione e direzione dei lavori affidate alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per L’Aquila e Cratere. Alla cerimonia, che avrà inizio alle ore 11:00, interverranno il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, il soprintendente all'archeologia, belle arti e paesaggio, Alessandra Vittorini e l’Arcivescovo metropolita dell’Aquila, mons. Giuseppe Petrocchi. La chiesa, che in occasione della cerimonia potrà contenere un massimo di 600 ingressi, a partire da giovedì 21 dicembre sarà aperta tutti i giorni: di mattina dalle 9:00 alle 12:30; di pomeriggio dalle 15:30 alle 18:00.

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La basilica di Collemaggio

La basilica di Santa Maria di Collemaggio venne fondata nel 1288 per volere di Pietro da Morrone, che proprio qui venne incoronato Papa con il nome di Celestino V il 29 agosto 1294. Ad oggi è considerata la massima espressione dell'architettura abruzzese oltre che il simbolo della città. Dal 1920 è stata dichiarata monumento nazionale. È sede di un giubileo annuale, il primo della storia, istituito con la Bolla del Perdono del 29 settembre 1294, noto ai più con il nome di Perdonanza Celestiniana. Sulla facciata laterale, è dunque presente la Porta Santa, in quasti anni aperta proprio in occasione della Perdonanza. A partire dal 1327, il corpo di Celestino V è sepolto nella basilica; inizialmente in un sepolcro della cappella laterale mentre, dal 1517, la sua salma è collocata all'interno di un monumentale mausoleo realizzato da Girolamo da Vicenza, maestro di Andrea Palladio. La chiesa, che vanta il titolo di basilica minore insieme alle concittadine San Bernardino e San Giuseppe Artigiano, è stata rimaneggiata più volte nel corso dei secoli soprattutto a causa dei danneggiamenti dovuti ai frequenti terremoti e presenta una commistione di diversi stili architettonici.