Mons. Ceccobelli saluta la chiesa egubina: “Vi lascio in buone mani”

Monsignor Mario Ceccobelli, dopo dodici anni alla guida della chiesa di Gubbio, lascerà la cattedra a mons. Luciano Paolucci Bedini, sacerdote della diocesi di Ancona-Osimo. Il ritodi ordinazione e la presa di possesso della cattedra è previsto per domenica 3 dicembre.

Il passaggio di consegne 

Dalla Curia fanno sapere che la solenne concelebrazione non si svolgerà in cattedrale. E' infatti previsto un numero molto alto di fedeli, sacerdoti, vescovi e cardinali che prenderanno parte al rito. Secondo i media locali, alle Marche, regione d'origine di mons. Paolucci Bedini, sono stati già riempiti sei pullman. La cattedrale è troppo piccola per accogliere un così grande numero di persone e così la Curia ha stabilito che il sacro rito si terrà nella Chiesa di San Domenico in San Martino, dove sarà possibile contare su spazi più ampi all’interno dell’edificio sacro, ma anche di spazi adiacenti, soprattutto per i parcheggi e l’accoglienza dei celebranti. Dalla chiesa madre arriveranno paramenti, oggetti e arredi liturgici, tra i quali la preziosa cattedra lignea, simbolo della sede episcopale eugubina, che sarà dunque utilizzata per la celebrazione a San Domenico. Domenica 26 novembre, il vescovo Mario saluterà la diocesi e il patrono con una celebrazione fissata per le ore 17:00 nella Basilica di Sant’Ubaldo. Dal 30 novembre al 2 dicembre, don Luciano si metterà in cammino da Assisi verso Gubbio, ripercorrendo l’itinerario tracciato da San Francesco. Un gesto di affidamento al Patrono d'Italia, durante il quale saranno previsti anche momenti di incontro con i fedeli. Domenica 3 dicembre, al mattino, mons. Paolucci Bedini sarà in visita presso alcune realtà diocesane, mentre alle ore 15:00, in piazza Grande, è prevista l’accoglienza delle autorità civili al nuovo pastore. Alle 16:00 l'inizio della celebrazione con il rito di ordinazione e la presa di possesso della cattedra. Seguirà quindi un momento di festa al piano terra del centro servizi “Santo Spirito”. Per questo momento conviviale – che sarà semplice e “francescano” – si metteranno al lavoro vari circoli e comitati parrocchiali eugubini.

Chi è mons. Paolucci Bedini

Don Luciano Paolucci Bedini è nato a Jesi, provincia di Ancona e diocesi di Jesi, il 30 agosto 1968. A 21 anni è entrato nel Pontificio Seminario regionale marchigiano “Pio XI” di Fano (PU) e presso l’Istituto teologico marchigiano dove ha conseguito il baccellierato in Teologia. Il 30 settembre 1995 è stato ordinato sacerdote dall’arcivescovo di Ancona-Osimo, incardinandosi nella medesima arcidiocesi. Dopo l’ordinazione ha esercitato il ministero pastorale come viceparroco, frequentando la Pontificia Università Salesiana, in Roma dal 1996 al 1999, ottenendo la licenza in Teologia. Ha svolto i seguenti incarichi pastorali: vicario parrocchiale a San Paolo Apostolo in Ancona dal 1995 al 2004; direttore dell’Ufficio catechistico diocesano dal 1999 al 2011; docente di Catechetica e di Teologia pastorale all’Istituto di scienze religiose di Ancona dal 2001 al 2011; direttore dell’Ufficio catechistico regionale dal 2003 al 2010; vice rettore del Pontificio Seminario regionale “Pio XI” di Ancona dal 2004 al 2010; assistente ecclesiastico regionale dell’Agesci dal 2005 al 2010, e dal 2010 è Rettore del Pontificio Seminario Regionale di Ancona e membro della Commissione presbiterale regionale. È autore di pubblicazioni di carattere catechetico. E mentre in città fervono i preparativi per l'accoglienza del nuovo pastore, il vescovo Mario, con una lettera, saluta la comunità cattolica della chiesa egubina. Parole piene di amore che esprimono un sentito “grazie” a tutti i fedeli.

“Sempre nel mio cure”

Di seguito, riportiamo il testo completo della lettera di mons. Ceccobelli:

Carissimi, è questo il tempo dei saluti, del commiato. Introducendo il Camminiamo di ottobre scrivevo: “l’attesa è terminata, il Santo Padre ha nominato il 60° successore di sant’Ubaldo. Gli Arcangeli, messaggeri di Dio, hanno portato alla nostra Chiesa questa buona notizia”.

In questi dodici anni vi ho incontrato nelle chiese, nei luoghi di aggregazione, sulle piazze e sulle strade della nostra diocesi: tutti siete e rimarrete nel mio cuore. Ho cercato di vedere in tutti dei fratelli da illuminare e da sostenere, non solo nel cammino di fede. Vi ho visto anche come compagni di viaggio con cui condividere le alterne vicende della vita. Vi ho sempre ricordati nella mia preghiera quotidiana e per tutti ho chiesto al Signore la luce e la forza necessaria per camminare, qui in terra, sui sentieri che ci ha indicato Gesù e che i nostri Santi,a cominciare da sant’Ubaldo, ci hanno mostrato concretamente con il loro esempio e il loro insegnamento.

Il primo saluto, tutto particolare e carico di gratitudine, lo rivolgo ai presbiteri e ai diaconi, diocesani e religiosi della Chiesa eugubina. Sono stati loro i miei primi e preziosi collaboratori, e a loro chiedo di perdonare le mie deficienze e le mie debolezze, non certo volontarie, ma espressione della fragilità umana, che è anche mio retaggio.

Saluto e ringrazio i religiosi, le religiose e le persone consacrate al Signore, che mi hanno aiutato ad annunciare il Regno di Dio, radicato su questa nostra terra da Gesù con la sua incarnazione morte e risurrezione. Essi, con la loro scelta di vita, consacrandosi al Signore, hanno mostrato la via che conduce alla Patria che ci attende quando, dopo questa vita, saremo chiamati a entrare nella pienezza del Regno. 

Saluto con affetto paterno i seminaristi che con generosità hanno risposto alla chiamata del Signore e che si stanno preparando a ricevere il sacramento dell’Ordine, sono un bel segno di speranza per la nostra Chiesa.
Saluto anche coloro che, chiamati dal Signore, hanno ancora paura di buttarsi nell’avventura della sequela dell’unico Maestro, il solo in grado di saziare la fame di gioia e di vita che alberga in ogni creatura umana. 
Saluto e ringrazio tutti coloro che hanno guidato gli uffici della Chiesa diocesana, di tutti ho apprezzato la generosità e l’impegno nell’assolvere i loro compiti.

Saluto e ringrazio i fedeli laici che nelle comunità parrocchiali hanno collaborato con i parroci nei consigli pastorali e in quelli economici, nella catechesi, nella liturgia, nella carità. Sono loro la componente più significativa e più necessaria per la parrocchia, perché hanno saputo e voluto trasformare i doni dello Spirito Santo in servizi per l’edificazione della comunità.

Saluto tutte le autorità civili e militari, i sindaci dei Comuni compresi nella diocesi e in particolare il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, che mi ha mostrato sempre piena disponibilità e offerto fattiva collaborazione nelle iniziative diocesane che coinvolgevano l’Amministrazione comunale. Lo ringrazio di cuore per averlo sempre sentito attento alle esigenze dei fedeli, che sono anche cittadini di Gubbio. Mi piace ricordare la sua opera decisiva per realizzare quello che è stato un desiderio fortissimo del vescovo Pietro Bottaccioli e anche mio, e che, dopo aver superato ostacoli che sembravano insormontabili, ora sta per diventare realtà nell’accoglienza all’università Lumsa, capace di dare alla nostra città un respiro culturale ampio e farla diventare meta per gli studenti che vorranno conseguire le loro specializzazioni.

Saluto le Associazioni, le Istituzioni, le Cooperative, le Famiglie ceraiole, che sono il tessuto vivo della città e della diocesi. È veramente grande il numero delle persone che ho incontrato in questo che è chiamato il terzo settore, e che svolgono un servizio non solo nell’ambito religioso ma anche in quello della cultura, della tradizione e del folclore. Da tutti ho ricevuto sostegno, solidarietà e direi affetto fraterno, tutti ringrazio e tutti porterò con me e ricorderò al Signore nella mia preghiera quotidiana.

Un saluto speciale, pieno di gratitudine, riservo alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia, che non ha fatto mancare il finanziamento ai tanti progetti miranti al recupero del vasto patrimonio artistico della diocesi, ma anche alle iniziative di carattere sociale destinate a soccorrere le molteplici povertà emerse in maniera drammatica durante il lungo periodo della crisi economica.

In questo mio ultimo mese di permanenza in diocesi sarò disponibile, se i parroci m’inviteranno, a venire nelle parrocchie per celebrare l’Eucaristia e salutare personalmente i fedeli.

Ogni commiato porta con sé una certa amarezza e qualche rimpianto per quanto avrei potuto fare e non è stato fatto, tutto depongo tra le braccia della Divina Misericordia raccomandandomi alla mediazione della Vergine Santa e dei Santi della Chiesa eugubina. Il velo di sofferenza che ora copre il mio spirito è però in parte squarciato dalla consapevolezza che vi lascio in buone mani.

Il vescovo Luciano, mio successore, è giovane, ben preparato e animato da spirito apostolico, vi saprà guidare con coraggio sui sentieri della nuova evangelizzazione e vi farà gustare le gioie riservate a coloro che seguiranno il Maestro, Gesù nostro Signore e Redentore che ci attende tutti nel suo Regno per la festa che non avrà fine.

Tutti saluto e abbraccio con affetto paterno e fraterno e di tutti mi ricorderò nella preghiera quotidiana.