La Chiesa Madre di Cassino elevata a concattedrale

La Chiesa Madre di Cassino diventerà concattedrale della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. La Santa Sede ha approvato con un decreto la richiesta avanzata dal vescovo mons. Gerardo Antonazzo. Il rito di elevazione, come segnala il settimanale delle diocesi laziali “Lazio Sette”, sarà presieduto, domenica 12 agosto, alle 19.30, dal segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin. 

La gioia di mons. Antonazzo

Il vescovo Antonazzo, nella sua lettera indirizzata ai presbiteri diocesani, in cui annuncia il giorno in cui si svolgerà la solenne elevazione, ha invitato le rappresentanze di tutte le comunità parrocchiali a prendere parte all’evento. Inoltre, ha predisposto un periodo di preparazione attraverso una catechesi per l’importante appuntamento ecclesiale, promuovendo “il più diffusamente possibile la conoscenza e l’apprezzamento dell’importante significato della chiesa cattedrale e delle chiese concattedrali della diocesi”. Quindi un ringraziamento a Papa Francesco, che “anche con questa sua personale volontà si è reso paternamente presente nella cura pastorale della nostra diocesi”. 

La chiesa madre di Cassino

Le sue origini sono molto antiche e risalgono a quando l’abate Poto fece costruire una piccola chiesa in onore di S. Benedetto, a uso principale dei Monaci che dimoravano a valle. Nel 796-817, l’abate Gisulfo ampliò la costruzione con una chiesa a tre navate dedicata al Salvatore, a S.Benedetto e a S.Martino. Il titolo del Ss. Salvatore fu sostituito per voce popolare, con quello di S. Germano, dopo che nell’872 l’imperatore Lodovico II aveva lasciato la reliquia di un dito del Santo del quale trasportava il corpo da Capua verso Piacenza. Il complesso venne ulteriormente abbellito durante gli inizi del XI secolo. L’attuale edificio, realizzato su disegno dell’ing. Ignazio Breccia Fratadocchi, è costruito sull’area della vecchia chiesa distrutta dalla guerra, e ne ha rispettate le dimensioni originarie. L'esterno e l'interno sono in stile moderno, linee che non sfigurano nel contesto della nuova città, priva oramai di edifici a carattere storico.