Istituita una parrocchia personale per i cattolici ucraini

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Firenze avrà una parrocchia personale ucraina. L'istituzione avverrà con la cerimonia solenne celebrata secondo la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo in rito bizantino e in lingua italiana domenica 28 ottobre.

La solenne cerimonia

Una celebrazione liturgica presieduta dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze che ha costituito la parrocchia firmando l'apposito decreto. La “casa” dei fedeli cattolici ucraini avrà la sua sede nella rettoria della chiesa dei Santi Simone e Giuda di via dei Lavatoi, tra piazza della Signoria e piazza Santa Croce, nel pieno centro di Firenze. Domenica, dunque, don Volodymyr Voloshyn prendera possesso della chiesa di cui sarà parroco. La cerimonia solenne sarà accompagnata dai canti del coro della comunità ucraina e della Fraternità Monastica di Gerusalemme.

La comunità a Firenze

 La comunità greco-cattolica ucraina di rito bizantino a Firenze è attiva da anni nella chiesa del centro storico ed è piuttosto numerosa: le persone originarie del Paese orientale, infatti, sono 1200 nel capoluogo toscano e circa 2200 nella provincia. La parrocchia personale sarà dedicata a San Michele Arcangelo, considerato il protettore e patrono di Kiev. La Comunità ucraina è presente ufficialmente nel territorio canonico dell'arcidiocesi di Firenze dal 2002 e rappresenta una delle 140 comunità ucraine disseminate lungo lo Stivale e amministrate da 45 sacerdoti provenienti dal Paese dell'Europa orientale.

Il vescovo ucraino al Sinodo 

In questi giorni, impegnato nell'aula del Sinodo, è presente in Italia anche monsignor Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina che ha dichiarato sulla sua partecipazione ai lavori: “La guerra ha causato un’ondata di emigrazione spaventosa. Oggi gli immigrati ucraini, sopratutto in Europa centro-occidentale, si contano a milioni. Si tratta sopratutto della popolazione giovane. Sono proprio loro, i giovani, che mi hanno chiesto di portare all’attenzione dei padri sinodali il loro bisogno di una Chiesa madre. Più che una istituzione essi cercano una comunità di persone con la fede autentica. Provano una certa avversione nei confronti della Chiesa che si presenta come una struttura fredda che lotta per la sua sopravvivenza e gli interessi geopolitici”.