Il Centro missionario ricorda il gesuita martire

Non vedo musulmani o cristiani, ma esseri umani” è il titolo dell’incontro che si terrà domani sera, alle 20.15, all’Oratorio del Caravita a Roma organizzato dal Centro missionario diocesano di Roma, in collaborazione con le associazioni Arché e Finestra sul Medio Oriente, per ricordare il gesuita padre Frans van der Lugt, ucciso il 7 aprile 2014 in Siria. “Padre Frans è stato ucciso nel giardino del monastero. Gli hanno sparato due colpi alla testa, è stato un gesto deliberato” aveva dichiarato il giorno dellassassinio p. Said Ziad Hilal sj, gesuita che viveva con p. Frans Van der Lugt, all'edizione in arabo della Radio Vaticana. A cinque anni dall’omicidio del gesuita che per quasi mezzo secolo ha operato nella comunità di Homs per promuovere la comprensione e il dialogo tra cristiani e musulmani, una serie di testimonianze, intrecciate a momenti di preghiera, ne ricorderanno la figura e la testimonianza. Relatori della serata – riporta il Sir – saranno mons. Paolo Lojudice, arcivescovo eletto di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino, padre Chihade Abboud, rettore della basilica di S. Maria in Cosmedin, e don Stefano Cascio, parroco di S. Bonaventura a Torrespaccata. All’organizzazione dell’incontro partecipano anche le parrocchie S. Innocenzo I Papa e S. Guido vescovo, S. Agnese, la Fondazione Giovanni Paolo II per la cooperazione e sviluppo e la Comunità missionaria Villaregia. 

“Pastore del suo gregge”

Frans van der Lugt (L'Aia, 10 aprile 1938 – Homs, 7 aprile 2014) era un presbitero olandese. Nato in una ricca famiglia di banchieri, da giovane esercitò la professione di psicoterapeuta prima di lasciare l'Olanda nella prima metà degli anni Sessanta, emigrando in Medio Oriente e unendosi ai Gesuiti. Nel 1966, dopo aver studiato l'arabo per due anni in Libano, si recò in Siria dove, a partire dal 1980, visse in una comunità agricola, dove si occupava dei “giovani con problemi di salute mentale”. Ha trascorso i suoi ultimi anni a Homs, dove ha lavorato nel monastero locale curando i malati e gli affamati. Agli inizi del 2014 ottenne visibilità planetaria grazie a una serie di video pubblicati su YouTube in cui chiedeva alla comunità internazionale aiuti concreti per i cittadini della città assediata. Nonostante la situazione difficile, non volle abbandonare la città assediata e bombardata. Nel febbraio di quell'anno il giornale The Economist scrisse che Van der Lugt era l'unico europeo rimasto a Homs, apostrofandolo “pastore del [suo] gregge”. Il 7 aprile del 2014 venne assassinato tramite colpi d'arma da fuoco da, secondo il governatore di Homs Talal al-Barazi, gli estremisti del fronte al-Nusra.