A Taranto la carità diventa stile di vita

Taranto

Gabriele Chiochia e Sabrina Miccoli, del liceo scientifico Ferraris e Gabriele Portacci del classico Archita, sono i tre vincitori della prima edizione del concorso #aritrovarbellezza, conclusione del corso di Storytelling con Instagram rivolto agli studenti degli istituti superiori di Taranto. Lo ha promosso, riferisce il Sir, il settimanale della diocesi di Taranto, Nuovo Dialogo, tra i vincitori del bando nazionale per l’organizzazione della Giornata diocesana del Sovvenire, il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica. L’obiettivo: far scoprire alla comunità ionica, partendo dai più giovani, i beni rimessi a nuovo nella Città vecchia con fondi dell’ Otto per mille, tra cui l’ex seminario, dove è stato collocato il Mudi (Museo Diocesano), così come Palazzo Visconti, ora sede dell’istituto di Scienze Religiose Romano Guardini o l’episcopio, aperto in questo modo alle visite guidate.

Madonna della salute

L’attenzione è stata puntata anche sul duomo, con il rifacimento della facciata, degli interni, l’installazione di nuova illuminazione e di un impianto di sorveglianza, oltre al restauro del Cappellone e dell’antico organo. E poi si devono alla Curia i lavori di ristrutturazione nella chiesa della Madonna della Salute, riaperta al culto e ad iniziative culturali, dopo decenni di buio ed il nuovo centro di accoglienza per senza fissa dimora, alle spalle dell’arcivescovado, all’interno di Palazzo Santacroce, edificio nobiliare dell’800 completamente restaurato. Con fondi otto per mille si è riusciti inoltre a mettere mano al restauro di opere d’arte, dipinti e patrimonio artistico dell’isola. Il corso, tenuto dall’agenzia di comunicazione Capera, si è articolato in 5 lezioni pomeridiane. Una rappresentanza di studenti del biennio degli istituti Archita, Aristosseno, Quinto Ennio – Ferraris ed Archimede, accompagnati dai docenti, ha partecipato agli incontri teorici e a quelli pratici, visitando la cattedrale, il Mudi e l’arcivescovado, per poi postare le foto scattate sul profilo Instagram creato appositamente e chiamato #aritrovarbellezza.

La Chiesa è ricca o povera?

La Giornata del Sovvenire della diocesi di Taranto è continua nel tardo pomeriggio, con il convegno, rivolto agli adulti, “Soldi alla Chiesa cattolica: come li gestisce e dove vanno a finire. Al di là dei luoghi comuni”. E' intervenuto il vaticanista del quotidiano Avvenire, Mimmo Muolo. La Chiesa è ricca o povera? Da dove arrivano le risorse e come vengono impiegate? Perché il Vaticano non vende tutti i suoi beni e li destina ai più poveri? Mimmo Muolo ha risposto a queste ed altre domande del pubblico, intervenuto sabato sera al convegno “Soldi alla Chiesa cattolica: come li gestisce e dove vanno a finire. Al di là dei luoghi comuni”. L’evento rientrava nella Giornata diocesana del Sovvenire, organizzata dal settimanale della diocesi di Taranto, Nuovo Dialogo, tra i vincitori del bando nazionale per l’organizzazione della Giornata.

Sei milioni di pasti

Obiettivo: accendere una luce sul Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica e sconfessare fake news sul tema. Muolo, autore del libro “I soldi della Chiesa. Ricchezze favolose e povertà evangelica”, ha spiegato: “Le grandi direttrici di spesa sono due: l’annuncio del Vangelo e le grandi opere di carità. In Italia se ne fanno tante. È un bene diffuso, capillare, che non fa notizia ma che esiste e sostiene la vita sociale della nazione. L’esempio è la Caritas, che ogni anno con le mense distribuisce sei milioni di pasti gratuitamente a chi non ha sostentamento. Certo, se noi guardiamo il complesso dei beni mobili ed immobili a disposizione della Chiesa, potremmo anche dire che lo sia ma la ricchezza della Chiesa non si misura in termini di beni posseduti, quanto in termini di opere compiute. Quindi se io ho dei soldi e li destino interamente alla carità e all’annuncio del Vangelo, non mi posso definire ricco, perché la ricchezza evangelica, da cui Gesù ci mette in guardia, è l’attaccamento del cuore a quei beni”.