L’identikit delle vittime delle sette occulte

Non solo anziani e sprovveduti. Aumenta la trasversalità delle vittime di guru e santoni: nel mirino persone di buona istruzione e di un discreto livello culturale

“A cadere nella trappola di guru e santoni sono i più insospettabili- spiega a Interris.it don Aldo Buonaiuto, in prima linea al Servizio Anti-Sette della Comunità Papa Giovanni XXIII e autore del libro “Gli artigiani del diavolo” (Rubettino)-.Non solo anziani e sprovveduti. Quello che colpisce è la trasversalità delle vittime. Persone di buona istruzione e di un discreto livello culturale. Quasi sempre provenienti dalle grandi città del Centro e del Nord Italia. In comune hanno tutti due aspetti, la fragilità e l’isolamento. Spesso, a far aprire le porte a una setta, è un momento di debolezza. Un lutto in famiglia, la separazione dal coniuge, una malattia”. I santoni, precisa l’esorcista don Buonaiuto, “si avvicinano alle persone in difficoltà. Sanno come rispondere al loro bisogno di essere ascoltate e capite”. In realtà, “siamo tutti potenzialmente esposti. Poiché ogni individuo, nel corso della propria vita, passa dei momenti in cui è più fragile”.

Vittime oltre le possibilità

Le prede delle sette occulte sono convinte, nella maggior parte dei casi, a sborsare somme ingenti di denaro. Spesso oltre le proprie possibilità. In altri casi l’abuso diventa fisico e si pretendono prestazioni sessuali dalle proprie adepte o adepti. “Fino a pochi anni fa gli adescatori provenivano, per la maggior parte, dalle sette di carattere religioso- evidenzia don Buonaiuto-. Negli ultimi tempi, invece, dalle cosiddette psicosette e, sotto certi aspetti, il pericolo è maggiore. Chi entra in una setta satanica sa già in tutto o in parte cosa lo aspetta. Chi invece viene introdotto in una psicosetta non è quasi mai a conoscenza degli scopi dell’organizzazione. Dietro si nascondono sempre le stesse tecniche. La manipolazione della mente e la riduzione della personalità passano attraverso la capacità di allontanare le vittime dai propri affetti”. Un nuovo modo di agire di questi gruppi settari è quello di lasciare annunci per strada. Tramite volantinaggio o in
luoghi pubblici, in cui vengono proposte lezioni gratuite o giornate-studio. Agli appuntamenti si presentano un centinaio di persone e, alla fine della giornata, ci sono quella decina o quelle 5-6 persone che ne rimangono coinvolte.

False credenze

“Di solito il secondo incontro, proposto durante il primo appuntamento, è a pagamento- sottolinea don Buonaiuto-. Da lì iniziano le pressioni psicologiche, e uscire dal giro diventa difficile. Quasi sempre in Italia sembra impossibile perseguire i colpevoli. Negli anni Ottanta è stato abolito il reato di plagio. E così, se un maggiorenne si fa schiavizzare in una setta, diventa molto difficile dimostrare che è stato manipolato”. Sono innumerevoli gli esempi di false credenze che le sette utilizzano strumentalmente per mettere le mani sulle menti delle loro vittime. Una vicenda emblematica e inquietante riguarda l’uso per le sedute spiritiche delle ceneri dei defunti. Legittimamente conservate in casa in virtù delle nuove normative, fortemente avversate dalla Chiesa cattolica. Come nel caso di Milano, dove la Curia mette nero su bianco le linee guida per i fedeli, per quanto riguarda le esequie funerarie. La Chiesa ritiene che le ceneri dei defunti vadano deposte nella tomba e non vengano conservate nell’abitazione domestica, disperse o convertite in oggetti.