Perché l’uomo di Neanderthal si è estinto? Riprendono gli studi all’Argentario

L'Università di Siena riprende le indagini a grotta di Cala dei Santi (GR), uno dei siti preistorici più estesi e importanti d'Italia

Immagine degli scavi 2013 tratta dal sito www.isipu.oro

Riprendono in Toscana le indagini geologiche e archeologiche dell’Università di Siena a Cala dei Santi (Grosseto) sull’estinzione degli uomini e donne di Neanderthal. Il progetto è finanziato dalla National Geographic Society.  Dopo un anno di fermo a causa della pandemia sono riprese le indagini nella grotta naturale a picco sul mare sulla costa del Monte Argentario. Si tratta di uno dei siti preistorici più importanti della Toscana e dell’Italia. Al suo interno conserva infatti tracce di frequentazione dell’uomo di Neanderthal.

La missione è guidata dal geologo Ivan Martini e dall’archeologo e direttore dello scavo Vincenzo Spagnolo del Dipartimento di Scienze fisiche, della Terra (Dsfta) dell’Ateneo. Indagherà gli aspetti geologici, stratigrafici e sedimentologici della cavità naturale e della successione sedimentaria presente al suo interno.

La missione porterà nuovi dati utili per comprendere le probabili cause che hanno contribuito alla scomparsa dei Neandertaliani in Toscana ed in tutta la penisola italiana e alla successiva comparsa degli uomini moderni.

Lo studio si svolge all’interno del progetto di ricerca finanziato dalla National Geographic Society dal titolo “The key role of cave and shelter clastic successions in defining the replacement of Neandertals by Modern Human”, ideato e guidato dal professor Ivan Martini.

“Il progetto è iniziato nel settembre 2019 e nella prima fase ha riguardato lo studio di alcuni siti dell’Italia meridionale e ha portato alla pubblicazione di articoli scientifici su riviste internazionali – spiega il professor Martini – In questi lavori, l’approccio geologico abbinato ai dati archeologici ha permesso di comprendere meglio le dinamiche di formazione e occupazione dei siti in questione, portando anche all’identificazione di fattori geo-ambientali ad alta risoluzione temporale che potrebbero aver contribuito ad alcuni cambiamenti nell’assetto degli accampamenti paleolitici”.

In questa fase la ricerca sarà focalizzata sui siti della Toscana, di cui Grotta di Cala dei Santi rappresenta un unicum.