Mattarella e Draghi ricordano Luciano Lama, ecco chi era

Mattarella: "Il suo nome, a buon diritto, è collocato tra artefici della democrazia Repubblicana". Draghi: "Contribuì alla pace sociale"

Luciano Lama

Ricordare nel centesimo anniversario della nascita Luciano Lama significa richiamare la figura di un leader tra i più prestigiosi del movimento sindacale italiano, un parlamentare autorevole, un sindaco amato dai suoi concittadini. L’apporto da lui recato alla storia delle nostre istituzioni, il lascito ideale e civile che ha contraddistinto la sua lezione di vita, sono un patrimonio prezioso per la coscienza civile della Repubblica”. Sono le parole che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dedicato oggi, con un messaggio inviato al Presidente della Fondazione “Giuseppe Di Vittorio” Fulvio Fammoni, per ricordare Luciano Lama a cento anni dalla nascita.

Mattarella: “Lama tra artefici della democrazia”

“Giovane partigiano – prosegue Mattarella – ha partecipato alla Liberazione dal nazifascismo. Nel sindacato si è battuto per i diritti del lavoro, per una società più equa e giusta, per la difesa delle istituzioni democratiche. Il sindacato, come più volte egli stesso ha sottolineato, è stato la sua scuola di vita e una scuola di democrazia. La sua azione è stata accompagnata da un alto senso di responsabilità nazionale, che lo ha accompagnato nelle battaglie sindacali e politiche, ponendo sempre a tema gli interessi generali del Paese”.

“Ha affrontato con forza tante contrattazioni sui salari e i diritti senza, tuttavia, esitare, quando la crisi economica impose scelte di moderazione, a stipulare un patto tra le forze produttive a sostegno del valore delle retribuzioni e dell’occupazione. Luciano Lama ha affrontato a viso aperto il terrorismo che cercava di mettere radici nelle fabbriche e nell’insediamento della sinistra. La sua fermezza ebbe per lui costi personali, che non esitò mai ad affrontare in nome di un bene comune superiore: la salvaguardia della democrazia e della Costituzione. Il suo nome, a buon diritto, è collocato tra artefici della democrazia Repubblicana”, conclude Mattarella.

Draghi: “Lama uomo coerente e coraggioso, con sua azione sindacato centrale”

Luciano Lama “ha contribuito in modo decisivo al mantenimento della pace sociale nel Paese, difendendo gli interessi dei lavoratori e opponendosi in modo fermo alla brutalità dell’estremismo”. Lo scrive il presidente del Consiglio Mario Draghi letto dal segretario della Cgil Maurizio Landini in occasione dell’incontro a Palazzo Giustiniani.

“A nome di tutto il Governo, voglio ricordare con commozione – afferma il premier – la figura di Luciano Lama in occasione del centenario dalla sua nascita. Partigiano, sindacalista e senatore della Repubblica, Lama è stato uno dei protagonisti dello sviluppo economico, sociale e civile dell’Italia. Uomo coerente e coraggioso, ha guidato la Confederazione Generale Italiana del Lavoro in anni terribili, in cui l’Italia era sconvolta dalla violenza e dal terrorismo”.

“La sua azione incessante a difesa dei più deboli, la sua costante opera di mediazione e la sua convinta difesa della democrazia – conclude Draghi – hanno permesso al sindacato di acquisire un ruolo centrale nella modernizzazione del Paese e di rendere grande l’Italia”.

Luciano Lama, una vita per i diritti dei lavoratori

“L’uguaglianza, la libertà, la democrazia, lo sviluppo, la conoscenza, la giustizia, la salute, la pace sono i valori che contano nel progresso umano e che non dobbiamo solo lasciare all’ideologia, ma viverli quotidianamente”, scriveva Lama, uno dei più autorevoli e capaci dirigenti sindacali della storia italiana.

Lama divenne segretario generale della CGIL nel 1970, l’anno dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Aveva solo 49 anni – scrive Fondazione D Vittorio – ma già un curriculum sindacale che lo aveva visto rivestire le cariche più importanti dell’organizzazione. Aveva combattuto nella Resistenza, per poi passare a dirigere la rinascente Camera del Lavoro di Forlì, da lì parte la sua esperienza sindacale alla quale avrebbe dedicato buona parte della sua vita.

Fu lo stesso Di Vittorio a volerlo nel 1947 a Roma in segreteria confederale. La sua segreteria generale durò 16 anni, la più lunga nella storia della CGIL. Il suo nome è rimasto legato, in una pubblicistica davvero ingenerosa, ai momenti difficili più che ai successi: dalla vicenda Fiat del 1980, passando per le difficoltà della strategia dell’Eur fino alla dolorosa contestazione all’Università La Sapienza di Roma nel 1977.

I contratti dal 1969 al 1973, segnalano la più grande avanzata a favore del mondo del lavoro, furono contratti acquisitivi in termini di salario, potere del sindacato in fabbrica, condizioni di lavoro che resero importante il ruolo dell’organizzazione sindacale in tutto il panorama politico nazionale.

Quando la Repubblica attraversò gli anni terribili del terrorismo, Lama non esitò a schierare l’organizzazione a difesa della democrazia. Lama fu anche, e soprattutto, il segretario delle grandi conquiste salariali e normative, delle grandi conquiste di Welfare state che negli anni Settanta avvicinarono l’Italia alle condizioni dell’Europa più avanzata; fu il segretario che accompagnò l’ingresso della CGIL nella CES sancendone in maniera definitiva la scelta europeista. Fu il sindacalista della responsabilità e l’uomo della fermezza a difesa della democrazia. Moriva 31 maggio 1996, pochi anni prima di quell’Unione Europea in cui tanto aveva creduto. Aveva 74 anni.