In 40 anni abbiamo ripulito l’atmosfera

A più di quarant’anni dal singolo “Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano (era il 1975), possiamo dirlo con certezza: adesso il cielo in Italia è davvero più blu. L’atmosfera sopra di noi è più limpida e l’aria è più pulita, dicono gli scienziati, per merito di politiche più sensibili all’ambiente e una maggior consapevolezza degli effetti del cambiamento climatico. Ma avvertono che questo non è da considerarsi un punto di arrivo, bensì uno step intermedio nella lotta all’inquinamento atmosferico. Un risultato positivo e incoraggiante, uscito pressoché in contemporanea con il quadro a tinte fosche che fa il rapporto “Cambiamento climatico e del territorio” del comitato scientifico sul clima delle Nazioni unite. Autori della scoperta che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Atmospheric Environment, sono alcuni ricercatori del Dipartimento di scienze politiche e ambientali dell’università di Milano e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera del clima (Isac) del Centro nazionale della ricerche.

Visibilità dell’aria

Negli ultimi decenni la salute del nostro cielo e della nostra è sensibilmente migliorata, persino quello sopra la Pianura padana (che detiene il preoccupante primato di’area più inquinata d’Europa), anche se spesso gli studi più recenti ci avvertivano dell’inquinamento, soprattutto in città, dovuto alle emissioni e alla malattie collegate. Gli studiosi della Statale di Milano e dell’Isac se ne sono accorti dopo aver scelto la pista meno battuta, come spesso avviene nel mondo scientifico. Hanno preso in considerazione la variabile metereologica della visibilità orizzontale, molto condizionata dal livello di inquinamento atmosferico. Si contano le giornate con atmosfera limpida, cioè con una visibilità superiore a 10 e a 20 chilometri, in varie aree del paese in un intervallo di tempo dal 1951 a 2017. L’osservazione ha riservato delle sorprese. In quarant’anni la frequenza di queste “belle giornate” è aumentata e in alcune delle più inquinate, come il bacino padano, è raddoppiata.

Lotta all’inquinamento atmosferico

Questo grande cambiamento è frutto un passaggio di epoca, da quella del boom economico a quella della presa di coscienza dei temi dell’ambiente e di uno sviluppo meno impattante. Dal secondo dopoguerra per più di tre decenni, dagli anni Cinquanta ai Settanta, spinta dalla voglia di ricostruire dalla macerie l’industria ha trainato la crescita, inondando così l’aria di emissioni fortemente inquinanti. Quando si è raggiunto il picco della produzione e non si è andati oltre perché la domanda di beni di consumo era stata in buona parte soddisfatta, le emissioni sono calate e in parallelo si è formata una sensibilità civile ecologista. Una sensibilità che è salita fino ad arrivare alla politica che ha iniziato a combattere l’inquinamento frutto delle attività umane. “Le analisi effettuate hanno quindi messo in evidenza in modo molto efficace il grande successo che si è avuto in Italia sul fronte della lotta all'inquinamento atmosferico. Tuttavia, non dobbiamo scordare che si può e si deve fare ancora di più per completare il percorso di risanamento che i dati di visibilità in atmosfera documentano in modo così efficace” ha detto Maurizio Maugeri, docente di Fisica dell’atmosfera all'Università di Milano.

Polveri sottili contro effetto serra

Politiche contro le emissioni che diminuiscono la quantità di Pm10, il particolato più conosciuto come “polveri sottili” che ognuno di noi respira nella propria città, frutto delle emissioni degli impianti di riscaldamento e dei gas di scarico delle automobili. Ma ci privano anche una difesa dal riscaldamento della Terra, un aspetto che non era ancora stato studiando fino in fondo. “Le emissioni degli inquinanti che concorrono al particolato atmosferico, oltre a danneggiare la nostra salute, vanno infatti ad interagire con la radiazione solare riflettendola verso lo spazio causando un raffreddamento della superficie terrestre provocando, quindi, un effetto opposto a quello dei gas climalteranti, come l’anidride carbonica”, ha spiegato Veronica Manara del Cnr-Isac. Fino agli anni Ottanta il forte aumento di aerosol nella nostra atmosfera, l’insieme delle sostanze sospense in aria, ha nascosto l’aumento delle temperatura. Paradossalmente, ci siamo accordi che il pianeta era sempre più caldo quando abbiamo iniziato ad abbassare il livello di polveri sottili.