Il Pastore biellese va in città

Il riconoscimento è arrivato da Enci Winner, una delle più importanti esposizioni canine in Europa che si è svolta a Verona a dicembre nel polo fieristico. Una meritata valorizzazione con tanto di pedigree per un cane da pastore che, sottolinea La Stampa, “immeritatamente sconosciuto, quando non svilito, percorre infaticabile e silenzioso le pendici delle montagne biellesi da tanto di quel tempo ormai da aver trattenuto sul suo mantello chiazze dello stesso colore dell’ardesia di cui sono composte le sue rocce e nei suoi occhi l’azzurro sfocato dei suoi panorami”. Il cane da pastore tipico del territorio biellese è usato da secoli e selezionato in base all'attitudine ed alla morfologia dai pastori e dagli allevatori di bovini.

Guardiano

La storia del Cane da Pastore di Oropa, specifica Agraria.org, si intreccia inevitabilmente con quella di altre razze di animali domestici originarie dell'arco alpino, di cui il cane da pastore era utile conduttore e guardiano: la pecora Biellese e Bergamasca, i bovini Valdostani e la Pezzata Rossa d'Oropa tutte queste razze sono accomunate da decenni di selezione che ne ha valorizzato la capacità di adattamento ad un ambiente particolare come quello delle Prealpi e delle Alpi, caratterizzato da un clima montano e pedemontano variabile, umido e spesso molto freddo, dove per buona parte dell'anno le risorse pabulari d'alta quota sono ricoperte da una coltre nevosa. Purtroppo, il massiccio abbandono delle montagne ed il repentino mutamento dei criteri di allevamento, conseguenza della rivoluzione agricola degli anni Cinquanta, hanno prodotto una netta contrazione numerica, se non alla completa estinzione, di tutte queste popolazioni zootecniche locali, spesso sostituite dai pochi allevatori rimasti con razze alloctone e ibridi commerciali più popolari e produttivi.

Sguardo bicolore

“I giudici dell’Enci hanno esaminato con rigore la proposta e nel 2015 e hanno accettato ufficialmente la nuova razza, riconoscendo le sorprendenti attitudini dei cani da pastore biellesi, la loro intelligenza più che ricettiva, l’ubbidienza al solo gesto della mano, la loro infaticabilità nel lavoro- riferisce La Stampa-.E pure bellissimi li hanno trovati, così snelli e scattanti, con il fascino un po’ misterioso di quello sguardo bicolore, la pezzatura così insolita del mantello,che devi girarne di nazioni e continenti prima di trovarne altri uguali”. Nel mese di dicembre, quando si è tenuta a Verona la manifestazione dell’Enci Winner, tre giorni (dal 13 al 16) di confronto ad elevatissimo livello fra i migliori cani d’Europa, su circa diecimila aspiranti iscritti, “otto esemplari di Cane da Pastore d’Oropa hanno ottenuto non soltanto il grandissimo interesse da parte del pubblico, ma pure prestigiosi riconoscimenti da parte dei giudici designati”. E: “Oggi si pavoneggiano per le vie della città, ti guardano con sfida con quei loro occhi colore dei panorami alpini, mentre il loro sguardo con fermezza dice: “Se mi sento chiamare Tabui, non rispondo”. A prima vista lo avresti detto tutto meno che bello con quegli occhi uno di un colore diverso dall’altro, quelle orecchie indecise se stare ritte o abbassate, l’atteggiamento costantemente poco incline alla socievolezza”.

Mai più “da pagliaio”

Anche il nome con il quale la sua razza veniva designata non era quel granché: “Tabui”, come dire incrocio mal definito, cane da quattro stagioni, tanto per non dire da pagliaio, evidenzia il quotidiano diretto da Maurizio Molinari: “Ne conoscevano bene l’esistenza, e il caratterino ringhioso, solo i frequentatori della montagna che lo scoprivano, in genere, occupato a seguire le mandrie al pascolo o nei pressi di una baita quasi sempre legato a una rozza corda: meglio così, minor rischio”. Ma per lui, bello e selvaggio, ora tutto è cambiato. “Intanto la sua “razza” non si chiama più Tabui, ma ha una più nobile definizione; Cane da Pastore d’Oropa– puntualizza La Stampa-. Non più baite e rozze corde, ma eleganti guinzagli e orgogliose sfilate nelle vie del centro città”. Tutto questo a partire da quando, nel 2004, un gruppo di operatori nel campo della cinofilia aveva costituito in Biella l’”Associazione Amici Cane d’Oropa” allo scopo di promuovere e ottenere la registrazione ufficiale della razza da parte dell’Ente Nazionale delle Cinofilia Italiana.