Il grazie di Mattarella alle monache di Santa Rita per la rosa benedetta

Il dono delle rose benedette lo scorso 22 maggio per la festa a Cascia della Santa delle "cause impossibili" è stato apprezzato anche dal premier Conte

Mattarella a Cascia nel 2017 riceve in dono l'effige di Santa Rita

“La celebrazione della festa della santa ha accompagnato significativamente la riapertura dell’Italia e spero continui ad accompagnarla con la sua protezione”. Queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale, con una lettera scritta di suo pugno, ha voluto inviare i suoi ringraziamenti alle claustrali, per il dono della rosa benedetta per la Festa di Santa Rita.

Terremoto

Il Presidente Mattarella era stato in visita nei comuni terremotati di Cascia, Pieve Torina, Visso e Castelsantangelo sul Nera l’8 novembre del 2017. Nel luogo natale di Santa Rita, Mattarella aveva incontrato gli studenti della scuola “Beato Simone” nel nuovo plesso costruito dopo che l’edificio storico è stato reso inagibile dal sisma. “Questa scuola – aveva detto – è il segno che si ricomincia nella normalità, è stato un anno difficile ma fondamentale è stato aver continuato la scuola, voi siete l’avanguardia della ricostruzione di Cascia, è importante dare questo segnale a tutta Cascia: la normalità è possibile, si ritornerà come prima”.

Il dono delle rose

Lo scorso 22 maggio nella tradizionale benedizione delle rose, che ha chiuso le celebrazioni solenni in onore di Santa Rita, sono state benedette 45 rose, che le monache agostiniane hanno inviato anche ai Presidenti delle Regioni, al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ai Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali e a Papa Francesco.

Il premier Conte

Anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha affidato ad una lettera il suo messaggio di gratitudine, nella quale ha sottolineato il significativo valore della rosa ricevuta, scrivendo alle agostiniane: “Le vostre preghiere, in un momento così delicato per la vita del Paese mi confortano personalmente e costituiscono un incoraggiamento per tutta l’attività di governo a lavorare per il bene comune”.

Il commento

“Noi monache siamo state davvero molto colpite e felici – ha commentato la Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Suor Maria Rosa Bernardinis, recentemente intervistata anche su In Terris – di ricevere i graditi ringraziamenti del Presidente Mattarella e del Presidente Conte, che ringraziamo a nostra volta. In questi giorni ci sono giunte numerose risposte di gratitudine anche da altri destinatari delle rose benedette il 22 maggio. Tutti ci hanno manifestato di aver apprezzato il dono pensato insieme ai Padri e tutti ci hanno fatto capire che la rosa di Santa Rita è stata accolta proprio come la accolse Rita, nel riceverla in pieno inverno dalle mani del Signore, ovvero quale simbolo di amore, conforto e speranza. Questa è la missione che noi agostiniane, custodi del potente e sempre attuale messaggio di Santa Rita, abbiamo affidato ad ogni singola rosa benedetta. Esse rappresentano la nostra fervida preghiera di intercessione per l‘Italia e il mondo intero e sono i semi della speranza che abbiamo voluto piantare, soprattutto in questo momento di difficoltà”.

La preghiera in esclusiva per In Terris

Lo scorso 22 maggio, per la Festa di santa Rita da Cascia (qui il racconto della sua vita), la madre priora Suor Maria Rosa Bernardinis ha scritto una preghiera per i lettori di In Terris che riportiamo qui sotto:

“O’ gloriosa Santa Rita,
mi rivolgo a te, santa del popolo e della carità,
per affidare alla tua protezione tutti i poveri del mondo.

Tu che fosti sempre vicina agli ultimi e curasti i malati di peste,
assisti coloro che sono vittime dell’ingiustizia della nostra società
e fa’ che possano trovare riscatto della loro condizione.

Conduci al Padre le cause di tutti i poveri,
e dona loro la tua immensa fiducia in Dio,
perché possano seguire con te la strada della speranza.

Fa’ o’ Santa degli impossibili,
che presto arrivi un mondo migliore per l’umanità
dove nessuno venga mai più oppresso e dimenticato,
ma dove tutti ci riconosciamo uguali,
fratelli e sorelle, figli di Dio”.