Gli ambulatori delle bambole antiche

Ci si può rivolgere a una delle molte botteghe specializzate, attive in tutta Italia. Le bambole antiche rappresentano delle vere e proprie opere d'arte che, nella maggior parte dei casi, hanno anche un preciso valore affettivo per chi le possiede. Cosa fare quando l'usura del tempo e la cattiva conservazione ne hanno determinato un certo deterioramento. 

Le cliniche dei giocattoli

Restaurare una bambola vintage è un'operazione complessa. Le bambole vengono smontate per essere aggiustate e pulite. Ci sono, evidenzia IoDonna, portali online di collezionisti e appassionati che offrono un servizio di riparazione a distanza (come Clinic of Toys, che si occupa di qualunque giocattolo, flipper e tavoli da calcio balilla compresi) o vendono carte da gioco, action figure e bambole fuori produzione. Uno dei più forniti è sicuramente Tonnellate Di Giocattoli. Chi vuole darsi al fai da te, per riparare l’Allegro Chirurgo ormai ossidato o il Sapientino che non si accende più, può approfittare dei workshop dei musei del giocattolo di tutta Italia (uno dei più attivi in questo senso è il Museo del Giocattolo di Bra) o dei Restart Party, le “feste del recupero” organizzate in molte città. Si arriva con i propri oggetti rotti e, aiutandosi l’un l’altro, si cerca di rimetterli a nuovo. Magari facendosi dare una mano anche da figli e nipoti.

3 D

Se riparare i pupazzi è relativamente facile, le cose si complicano con giocattoli meccanici. “Se avete perso qualche pezzo indispensabile del vecchio set Lego che ha accompagnato la vostra infanzia, la strada più veloce è quella di controllare su BrikLink, che vende anche singoli mattoncini, i più antichi dei quali risalgono agli anni ’50- spiega IoDonna.-Nel caso dei carillon spesso la mossa giusta è rivolgersi agli orefici, anche se esistono alcuni negozi specializzati, come Al Regalo, a Torino. In città c’è anche Sybic, laboratorio che tratta solo modellini di treni, che pulisce e lubrifica e a cui cambia, spazzole, rotori e ingranaggi. Giocattolandia, a Cividate Camuno (in provincia di Brescia), punta tutto sulla tecnologia: gli elementi mancanti e gli ingranaggi rotti vengono sostituiti grazie a una stampante 3D”.

 

 

Ricucitura e nuova imbottitura

L’Ospedale delle Bambole di Napoli è una delle più antiche, riferisce IoDonna. Aperto dal 1800, rimette a nuovo ogni tipo di bambola e la adegua ai gusti moderni, cambiandone il vestito o l’acconciatura. Al suo interno c’è un'”ambulatorio veterinario“, dedicato ai peluche che abbiano bisogno di una ricucitura, di un lavaggio delicato, di una nuova imbottitura o di un “intervento oculistico”. A Milano c’è Ricordi e Balocchi, un piccolo negozio di collezionismo che effettua riparazioni nel rispetto dello stile originale mentre a Roma, nascosto dietro una vetrina piena di bambole rotte, la bottega Restauri Artistici Squatriti è specializzata in restauri di giocattoli di maiolica, porcellana e terracotta.

La novità a Torino

È la “dottoressa delle bambole” e il suo mestiere non è solo quello di restaurare antiche creazioni in porcellana, ma soprattutto di togliere la polvere ai ricordi più personali e riportare a galla le emozioni di tutte le persone che le affidano quegli oggetti. “Far tornare loro il sorriso, questa è la soddisfazione più grande» spiega Greta Canalis,che ha aperto il suo laboratorio a Torino, in via Barbaroux, nel quartiere che più di tutti mantiene la sua tradizione fatta di vecchi saperi e di botteghe artigianali. “Ho studiato all’Accademia delle Belle Arti frequentando un corso di grafica, ma mi sono resa conto che stare tutto il giorno davanti a un pc non era ciò che volevo – racconta alla Stampa-. A me piace sentire la colla fra le mani, sporcarmi con i colori, insomma immergermi totalmente in questo mondo”. Così dopo sei anni passati a imparare l’arte del restauro delle bambole in un’altra storica bottega torinese, la Balocco, Greta decide di camminare con le proprie gambe e inaugura la sua piccola officina dei sogni. “

I materiali

“Le tipologie sono variegate: si va dalle bambole di porcellana dell’Ottocento, comprese quelle un po’ fredde e inquietanti rese celebri dai film di Dario Argento, fino al classico cicciobello – spiega alla Stampa-. Oppure le bambole in panno della Lenci e quelle realizzate in celluloide, tipiche degli Anni Cinquanta”. Gli strumenti da lavoro? Le forbici usate per riparare gli elastici interni e poi pennelli, colle, aerografo e addirittura il phon con la piastra per i capelli delle bambole. “E pensare che da piccola giocavo al massimo con le Barbie, ma non avevo ancora questa grande passione– precisa Greta al quotidiano diretto da Maurizio Molinari-. Mia mamma mi ha cresciuta senza tanti fronzoli per la testa, per lei si trattava più che altro di quelle che in piemontese si chiamano ciapapuer“. Ovvero oggetti poco utili, buoni solamente ad attirare la polvere. Nella maggior parte dei casi i clienti le chiedono un restauro conservativo e questo vale soprattutto per gli oggetti più preziosi, come le antiche bambole Jumeau e le Bru in grana fina, che possono anche superare il valore di seimila euro.

La precedenza

“Da me arrivano tante signore, ma anche le bambine, che hanno la precedenza su tutto. Mi affidano a malincuore la loro bambola e io tutte le volte prometto loro di prendermene cura”. E poi ci sono le storie più personali e intime che ognuno porta dentro di sé, varcando la soglia di quel laboratorio. “Una signora mi portò una bambola che indossava i vestitini della figlia, morta quando era ancora piccola. Dopo 30 anni aveva deciso di cambiarle gli abiti e i capelli”, racconta alla Stampa.