Giovani e Donne scommettono sulla Campagna

Secondo Coldiretti: “È in atto dunque un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale”

Fonte: ANSA

Il mondo rurale sta acquisendo ogni giorno sempre più fascino per i giovani e per le donne. E così dopo decenni in cui giovani contadini non esistevano più, i numeri cominciano a salire in maniera esponenziale. Il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite.

Un vero primato a livello europeo

Come risulta dagli ultimi dati di Coldiretti, in Italia è in atto uno storico ritorno alla terra con oltre 56mila giovani under 35 alla guida di imprese agricole. Un vero primato a livello comunitario  dovuto all’aumento del +12% negli ultimi cinque anni, emerso in occasione della consegna degli Oscar Green 2020, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal. In particolare, va precisato che un’impresa agricola su tre è guidata da una donna. Dal 2015 la quota in rosa è quella che sta crescendo a ritmo più veloce. E a grazie a loro, l’agricoltura cambia, incontra la tecnologia, apre le porte a nuove forme di turismo sostenibile e torna a essere sempre più spesso biologica.

Perché il ritorno dei giovani?

Questa rinnovata attrattività della campagna per i giovani è dovuta alla convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo un’’indagine di Coldiretti. La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale – continua Coldiretti – porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.
Sono giovani che hanno deciso di rischiare, che hanno cambiato vita per tornare alla terra, in cerca di uno stile di vita più naturale. Imparare dalla Natura, riscoprire la semplicità, sentirsi parte di un tutto, sono le parole che accomunano le loro storie. Si apprezzano di più quelle piccole cose quotidiane, prima date per scontate, e inoltre c’è da dire che il silenzio e la bellezza della natura non annoiano mai. Lo stesso piacere di ospitare negli agriturismi e di vedere il mondo passare, una persona per volta, a casa propria arricchisce così come viaggiare.

Il cambiamento

La presenza dei giovani ha indubbiamente rivoluzionato il lavoro della terra, sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi , l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Oltre ai giovani imprenditori agricoli che hanno scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato sono i cosiddetti agricoltori di prima generazione, gli under 35 provenienti da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con innovazione, professionalità ed estro. Risulta che la metà è laureata, il 57% ha fatto innovazione, il 74% è orgoglioso del lavoro fatto e addirittura il 78% è più contento di prima.
Lo stesso cambio di stagione, appena percepibile in città, diventa elemento che determina le attività della campagna a cui ci si deve abituare per non trovarsi impreparati.

Le donne

La maggiore presenza delle donne è dovuta al fatto che dopo aver cresciuto i figli sono alla ricerca di uno sbocco lavorativo autonomo e al desiderio di un lavoro che permetta loro di realizzarsi. Pina Terenzi, Presidente dell’associazione Donne in campo-Cia (Confederazione Italiana agricoltori), spiega che: “L’impresa femminile si caratterizza da sempre per la forte creatività: assistiamo alla nascita delle fattorie “sociali”, fattorie didattiche, agricatering, agritessuti … Non è un caso che il bonus attivato dalla ministra Bellanova si intitoli Donne in campo – un concreto riconoscimento del loro ruolo di forte innovazione e del valore sociale e ambientale che svolgono e svolgeranno. E il terribile periodo del lockdown ha mostrato ancora più l’importanza primaria di questo settore.” E aggiunge: “Come donne dell’agricoltura, ci candidiamo a ricucire gli strappi tra la sostenibilità economica e quella ambientale e sociale, ovvero i tre pilastri dello sviluppo sostenibile dettati dall’Onu, su cui ora non c’è sempre raccordo o connessione”.

Così lo slogan di donne e giovani è diventato: “Voglio andare a vivere in campagna, cantava Totò Cotugno nell’edizione di Sanremo del 1995”.