Ecco come il Sahara può diventare la più grande centrale elettrica del mondo

Il deserto africano potrebbe produrre in sei ore il fabbisogno energetico mondiale di un anno. Ma ci sono delle problematiche

Si discute molto delle energie innovative che oggi coprono il 3% del fabbisogno mondiale. Certo, la frontiera verso cui dirigersi è sicuramente quella delle fonti sostenibili. Il petrolio si esaurirà e così il carbone. Questi ultimi anche se molto inquinanti vengono utilizzati con una percentuale sopra il 70% tra Cina e Stati Uniti. Quindi, c’è anche chi si è domandato se fosse possibile utilizzare dei pannelli solari nel deserto.

Il deserto, in sei ore energia per un anno

Nel 1986, il tedesco Gerhard Knies, esperto in fisica delle particelle, tentò alcuni calcoli sulla quantità di energia necessaria a soddisfare il fabbisogno dell’umanità, pensando di sfruttare l’energia pulita da raccogliere nelle zone desertiche del nostro pianeta. Knies stimò infatti che in sei ore i deserti di tutto il mondo ricevono più energia di quanto l’umanità ne consumi in un anno. Secondo il ricercatore, un’area di circa 28mila chilometri quadrati, se ricoperta di pannelli solari potrebbe produrre energia sufficiente alle esigenze europee, riducendo, fra l’altro, la necessità del Vecchio Continente di importare petrolio e gas da altri Paesi. L’attenzione, già da molti anni, si è ovviamente concentrata sul deserto africano del Sahara.

La produzione di energia

Secondo Amin Al Habaibeh, docente di Intelligent Engineering Systems dell’Università inglese di Nottingham Trent, il deserto del Sahara potrebbe soddisfare oltre 7.000 volte il fabbisogno elettrico europeo, con una produzione equivalente a oltre 36 miliardi di barili di petrolio al giorno e con emissioni di carbonio ridotte quasi a zero. Attraverso la lettura dei dati della Nasa, Al-Habaibeh considera che ogni metro quadro sulla Terra riceve ogni anno, in media, fra 2.000 e 3.000 chilowattora di energia solare. In teoria, quella assorbita da ogni centimetro dei 9 milioni di km quadrati del deserto africano potrebbe rendere oltre 22 miliardi di gigawattora all’anno.

Le problematiche

Bisogna inoltre ricordare la vicinanza del deserto africano con l’Italia. Non si porrebbe quindi alcuna problematicità nelle condutture per il trasporto dell’energia. L’ostacolo che ad oggi appare insormontabile è la diplomazia. In una zona del mondo dove ancora sono profonde le conflittualità e dove le risorse energetiche costituiscono un vero e proprio oggetto del potere. Inoltre, per tali dinamiche, il costo dello sviluppo dei pannelli è molto elevato. Ciò ha causato l’arrestarsi di molti progetti di lavoro indirizzati a fare del deserto la più grande centrale di energia pulita al mondo.