Cristoforo Colombo divide l'America

Sapevate che Cristoforo Colombo non ha solo scoperto l'America, ma che l'ha anche divisa? O almeno questo è quanto si potrebbe pensare seguendo il fiume di polemiche che sta anticipando il Columbus Day, la giornata in cui Oltreoceano si celebra l'arrivo sulle coste del Nuovo Continente da parte del navigatore italiano e delle sue ciurme. Come ogni 12 ottobre fin dal 1934, ci si aspetta che negli Stati Uniti venga reso omaggio a Colombo. E invece non tutto è così scontato, almeno da quando c'è stata la controversa guerra contro le statue confederate.

Le parole di Trump

Così come aveva fatto lo scorso anno, il presidente Donald Trump non ha mancato di intervenire celebrando “le conquiste di questo abile esploratore italiano” e “il suo coraggio, la sua forza di volontà, la sua ambizione, tutti valori che amiamo come americani“. Un anno fa l'ex tycoon aveva sottolineato che “l'arrivo degli europei nelle Americhe fu un evento trasformativo che innegabilmente cambiò il corso della storia dell'umanità e gettò le basi per lo sviluppo della nostra grande nazione“. 

La “guerra” contro Cristoforo Colombo

Ma proprio a Columbus, capitale dell'Ohio che prende il nome dal grande navigatore, per la prima volta non ci sarà il Columbus Day. Ufficialmente il motivo è la mancanza di fondi. Altrove, invece, il motivo è ideologico: la celebrazione sarà sostituita con l'Indigenous Peoples Day o il Native American Day da vari Stati, tra cui il South Dakota e l'Alaska, e città come Los Angeles, San Francisco e Seattle. A New York si è persino rischiato l'abbattimento della statua di Colombo a Columbus circle, ma il monumento è sopravvissuto grazie ad un compromesso all'esame della commissione istituita dal sindaco della “Grande Mela” Bill de Blasio per rivedere i monumenti controversi della città: sarà accompagnato da una targa per raccontare la vita di quello che è ritenuto l'esploratore più famoso di tutti i tempi e affiancato, nelle vicinanze, da un monumento dedicato alle popolazioni indigene. Un anno fa le polemiche investirono anche Los Angeles, dove la comunità italiana insorse contro la decisione dell'amministrazione di abolire la festa. “E' una proposta anti-italiana“, “uno schiaffo in faccia”, aveva gridato dal pubblico Giovanni Corda, di origini sarde.