Curiosità

Ci sarà una nuova violenta eruzione del Vesuvio? Cosa svela una ricerca

E’ possibile che si verifichi una nuova violenta eruzione del Vesuvio? Una prima risposta arriva da una ricerca svizzera. 

Il Vesuvio, uno dei vulcani più studiati e, potenzialmente, considerato uno dei più pericolosi al mondo. E’ uno dei vulcani attivi, o meglio quiescente non eruttando da 77 anni, dell’Europa continentale. Particolarmente interessante per la sua storia e per la frequenza delle sue eruzioni, il Vesuvio è un vulcano di tipo esplosivo, la cui ultima eruzione ebbe luogo nel 1944.

Il Vesuvio è costantemente sotto stretta sorveglianza: una sua eruzione potrebbe essere molto distruttiva, in quanto la sua area è altamente popolata e il numero di residenti che potrebbero essere in pericolo si aggira intorno a 700mila. I vulcanologi sono costantemente attenti a cogliere il minimo segnale che potrebbe annunciare un suo risveglio. Ma è possibile riuscire a prevedere se e quando ci sarà una nuova eruzione di questo vulcano?

Una nuova eruzione? Cosa ci dice una ricerca svizzera

Una possibile risposta a questo quesito arriva dalla ricerca coordinata dal Politecnico di Zurigo e pubblicata sulla rivista Science Advances. Alla ricerca, coordinata da Jörn-Frederik Wotzlaw e Olivier Bachmann, entrambi del Politecnico di Zurigo, hanno partecipato gli italiani Francesca Forni, dell’Università di Milano, e Roberto Sulpizio, che lavora fra Università di Bari, sezione di Bologna dell’Ingv e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

I ricercatori hanno studiato le quattro più violente eruzioni del Vesuvio avvenute negli ultimi 10.000 anni: quella delle pomici di Mercato che risale a circa 9.000 anni fa, quella di Avellino avvenuta 3.950 anni fa e considerata “lo scenario peggiore”, quella che nel 79 d.C. distrusse Pompei ed Ercolano (tutte e tre eruzioni pliniane, ossia fortemente esplosive), e quella di Pollena del 472 d.C., di tipo subpliniano, ma comunque confrontabile alla recente eruzione nelle Tonga, osservano i ricercatori.

Per tutti i quattro gli eventi sono stati datati i cristalli di granato imprigionati nelle pomici liberate nelle quattro eruzioni: poiché questo minerale è immagazzinato nella camera magmatica nella crosta superiore sotto il Vesuvio, conoscerne l’età permette di dedurre per quanto tempo il magma sia rimasto nella camera prima che il vulcano lo espellesse. E’ emerso così che i cristalli avevano un’età compresa fra 5.000 e mille anni circa. Di qui l’ipotesi degli autori della ricerca che “future eruzioni pliniane sono improbabili senza secoli di quiescenza vulcanica”.

Ma una nuova eruzione è quindi possibile? Secondo la ricerca, potrebbe intercorrere un intervallo di mille anni dall’ultima eruzione, avvenuta nel 1944. Ma una cosa è certa: gli scienziati al momento non possono prevedere quale intensità potrebbe avere un’eventuale futura eruzione, se sarà modesta come quella del 1944 o più intensa fino ad arrivare ad un’eruzione pliniana. 

redazione

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