A spasso con l’ecosostenibilità nel distretto calzaturiero veneto.

Scarpa, una sfida enorme una calzatura tecnica al 100% riciclabile.

Sandro Parisotto. Fonte: Montagna tv

L’azienda di Asolo già nel suo nome “Società calzaturieri asolani riuniti pedemontana anonima” da cui deriva l’acronimo Scarpa, come anche nel suo motto: “Nessun luogo è lontano”  racconta molto della sua storia. È specializzata nella produzione di calzature outdoor per alpinismo, arrampicata, trail running, trekking, biking, urban outdoor, sci alpinismo, telemark.

La sua storia

Venne fondata nel 1938 da Rupert Edward Cecil Guinness, uomo d’affari anglo-irlandese e ricco proprietario terriero ad Asolo dove abitava nella villa in cui aveva vissuto Eleonora Duse. Era discendente della famiglia che ha reso celebre nel mondo la birra scura irlandese e il libro dei record.

Questa iniziativa imprenditoriale era stata voluta per dare lavoro alla gente del luogo. Nel 1956, l’azienda è stata salvata dalla chiusura  grazie al passaggio nelle mani dei tre fratelli Parisotto, che hanno fatto accrescere la sua notorietà, grazie all’intuito di Luigi di abbandonare il settore delle calzature militari e di concentrare la produzione su quello delle calzature da montagna. È ancora oggi la famiglia Parisotto alla guida del brand. Scarpa ha sedi in Usa, in Cina, stabilimenti in Serbia e Romania, anche se il 70% della produzione è in Italia, nel distretto calzaturiero veneto.

L’innovazione

Nel tempo, grandi sono stati i cambiamenti: la produzione è passata da 10 mila a 120 mila paia negli anni Sessanta, per poi giungere a superare il milione nel 2019. Per quanto riguarda l’innovazione, l’azienda, che ha un fatturato che supera i 100 milioni di euro, investe tra il 4 e il 5% in ricerca e sviluppo, con l’intento di migliorare le performance tecniche delle scarpe da montagna, come lo scarpone Grinta che è stato ai piedi di qualsiasi esercito e atleta di montagna, raggiungendo persino l’Antartide.

All’inizio del mese, l’azienda ha annunciato di aver completato il rinnovamento della propria immagine, in quella che è stata un’operazione tesa a modernizzare tutti gli elementi visivi associati al brand: dall’ottimizzazione del logo storico all’ampliamento della gamma dei colori.

“L’intento del rinnovamento è dare una percezione chiara della trasformazione interna che ha coinvolto il gruppo negli ultimi anni” così spiega il presidente Sandro Parisotto. Il cambiamento mira non solo all’espansione, ma anche alla ricerca di una sostenibilità totale, dopo il successo avuto con la sostituzione di una parte dei componenti plastici con materiali ricavati dalla pianta di ricino.

Il presidente annuncia: “Il nostro traguardo più importante è creare una calzatura tecnica al 100% riciclabile. Si tratta, tuttavia,  di una sfida enorme visto che ogni paia di scarpe conta circa mille componenti diversi e molti di essi, al momento, sembrano impossibili da sostituire. Nonostante questo, però, continuiamo a provarci, collaborando con i centri di ricerca e le più importanti università. Ormai è una missione visto anche la sensibilità ritrovata nei confronti della montagna emersa dopo il lockdown”.