A noleggio o di seconda mano? Il nuovo concetto di moda sostenibile

Nel 2019 la second hand economy ha portato a +1,3% il PIL italiano.

Fonte: PLEASEDONTBUY

I consumatori rivolgono sempre più il loro interesse all’acquisto di abiti usati. La sesta edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa per Subito rivela che il 2019 è stato un anno importante per la second hand economy tanto da arrivare a raggiungere la quota di 24 miliardi di euro, pari all’1,3% del PIL nazionale. I dati italiani parlano chiaro: 75% è rappresentato dalle giovani famiglie, 69% dalla Generazione Zero. Non scherza, di certo, la fascia 55-64 anni– oltre 6 italiani su 10 – che compra e vende oggetti di seconda mano.
Le motivazioni che si celano dietro questo tipo di acquisto sono le più varie: velocità, accessibilità, semplicità, convenienza, un’attenzione particolare alla sostenibilità e al riutilizzo. Tale tipologia di acquisto sembra affascinare anche gli USA, il cui mercato dell’usato, negli ultimi 3 anni è cresciuto 21 volte di più rispetto a quello tradizionale.

Il noleggio

Il Fashion Renting, fenomeno americano, è riuscito a sbarcare anche in Italia. Twinset di Simona Barbieri, dal 2019, ha lanciato la capsule “Please don’t buy”. Si tratta di una collezione interamente pensata per il noleggio. Un nuovo modo di concepire la moda evitando sprechi e aiutando l’ambiente. È possibile noleggiare l’abito dei propri sogni a partire da 40 €. Diverse le categorie: appuntamento, cerimonia, formale e party. Bastano solo 4 passaggi: 1. trovare l’outfit seguendo le proposte disponibili sul sito; 2. recarsi in boutique; 3. indossare l’abito per l’occasione; 4. restituirlo presso la stessa boutique.

Depop, il social shopping

La nuova tendenza dei giovani su Instagram è essere sempre alla ricerca di nuovi outfit. Investono in abiti e accessori usati e poi li rivendono su piattaforme come Depop. Quest’ultima, fondata da Simon Beckerman, è un’ app di fashion marketplace, dove le nuove generazioni possono scoprire degli articoli unici. Lo spirito che unisce la community globale, che acquista e vende, è quello di rendere la moda più inclusiva e diversificata e limitare gli sprechi.