Scavi di Pompei, terminato il restauro di 12 antiche fontane

C’è anche la bianca Fontana della dea della Concordia – una donna con grandi occhi, orecchini ai lobi, vestita con una “morbida” tunica e con in mano una cornucopia – tra le millenarie fontane di cui è stato recentemente completato il restauro, a Pompei. Tolti i muschi, il calcare e il licheni sono tornate a splendere della loro luce e bellezza e alla loro originaria funzione: dissetare i passanti e, in questo caso, i turisti.

Il restauro e la pulitura

I lavori di restauro e pulitura sono stati eseguiti dall‘Opificio Pietre dure di Firenze (istituto del Mibact). Per il momento sono state restaurate dodici fontane, ma si tratta solo di un primo intervento nell’ambito del “Grande Progetto Pompei”.  Il direttore generale degli Scavi, Massimo Osanna ha spiegato che l’intervento ha avuto un “risultato di grande eccellenza che ha ridato splendore a una parte importante dell’arredo urbano dell’antica Pompei. Si tratta di apprestamenti importanti sia per la storia dell’approvvigionamento idrico delle città antiche, sia per il loro valore estetico”. L’intervento è costato circa 150 mila euro e, presto, ne seguirà un altro per le restanti fontane.

Le fontane di Pompei

Sono in tutto 40 le fontane che si possono trovare nelle strade degli scavi di Pompei, tutte risalenti al 79 d.C., che per per decenni hanno rischiato di essere danneggiate sia dal passare del tempo, dagli elementi meteorologici sia dall’usura: infatti erano dotate di erogatori a pulsante che ne mettevano a rischio la loro conservazione. Le fontane sono prevalentemente in blocchi di pietra lavica, quindi di colore grigio scuro. Quelle più antiche sono in tufo grigio. Il loro impianto idrico è collegato a quello del Comune di Pompei, ma era in funzione già negli anni ’30.