In Spagna la famiglia secondo Karol Wojtyla

Giubileo

Dopo le polemiche, il rilancio internazionale. E’ stata inaugurata a Madrid la nuova sezione del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia. La “casa madre” alla Pontificia Università Lateranense di Roma è stata al centro di un recente rinnovamento che ha trovato l’opposizione dei settori più tradizionalisti di un istituto nel quale i vescovi di tutto il mondo mandano a studiare nella città eterna sacerdoti a laici così da arricchire la pastorale famigliare delle loro diocesi. “Tutto è sempre avvenuto nel solco delle indicazioni date da san Giovanni Paolo II, che aveva voluto e fondato l’istituto”, racconta ad Avvenire monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla che ricorda come nell’omelia per la sua canonizzazione, Karol Wojtyla sia stato “giustamente definito” da Francesco il Papa della famiglia.

Il Papa del matrimonio

Nell’attenzione alla famiglia e al matrimonio, Jorge Mario Bergoglio individua uno dei centri focali del magistero e della preoccupazione pastorale del suo predecessore elevato agli onori degli altari insieme con Giovanni XXIII.  “Uno dei primi frutti germogliati dalla fondazione del nuovo Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia è stata l’apertura, nel rispetto dei vigenti Statuti, della Sezione dell’arcidiocesi di Madrid -. Questa sezione, la seconda in Spagna, è stata promossa dalla sede centrale di Roma dell’Istituto, accolta con entusiasmo dell’arcivescovo di Madrid, il Cardinal Carlos Osoro e canonicamente eretta con il decreto della Congregazione per l’Educazione Cattolica lo scorso 10 ottobre. Il modello per insegnanti e studenti è costituito dalle catechesi svolte da Karol Wojtyla sull’amore umano nel piano divino e dall’ Esortazione apostolica post-sinodale Familiaris consortio del 1981. “L’istituzione del Pontificio Consiglio per la Famiglia (voluto da papa Wojtyla) è avvenuta lo stesso giorno in cui egli inaugurò l’Istituto per studi su matrimonio e famiglia, il 13 maggio 1981, giorno dedicato alla Madonna di Fatima e segnato dell’attentato alla vita del Papa – precisa il vescovo Camisasca -. Francesco ha raccolto e proseguito quella sollecitudine attraverso ben due Sinodi dei Vescovi dedicati al tema famiglia e infine l’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, indicando, con accenti nuovi, la cura della Chiesa per la realtà delle famiglie, il cui bene è decisivo per il futuro della Chiesa e del mondo”.

Un istituto da internazionalizzare

“Nonostante esistesse già una prestigiosa sezione dell’Istituto a Valencia, è sembrato opportuno e necessario dotare anche la capitale spagnola di una sua sezione, considerando il notevole bacino di utenza e la presenza del maggior numero di Istituzioni accademiche, alcune delle quali legate a diverso titolo alla Chiesa- sottolinea una nota del Pontificio istituto-. Era conveniente che anche l’arcidiocesi di Madrid potesse essere provvista dell’offerta formativa di titoli ecclesiastici di alto valore accademico e scientifico offerti dall’Istituto in materia di matrimonio e famiglia”. E ciò nel solco della lezione wojtyliana. “Come vescovo della Chiesa, preoccupato dell’ascolto e dell’attuazione del magistero del Papa, ho sempre cercato di leggere il pontificato di papa Francesco e i suoi documenti in continuità con i pontificati precedenti- spiega Camisasca al quotidiano della Cei-. La continuità del magistero è la chiave ermeneutica fondamentale della vita della Chiesa. Ogni Papa si radica, nella successione apostolica, sul depositum fidei e sull’insegnamento dei suoi predecessori. Non certamente per ripeterlo, ma per aprirlo, sotto la guida dello Spirito Santo, alle nuove necessità che i tempi e la vita della Chiesa urgono. Sono certo che questa è l’intenzione profonda di papa Francesco”.

Il senso della doppia presenza in Spagna

Raddoppiare l’impegno dell’istituto in Spagna nasce dall’esigenza e dall’attenzione manifestate per rafforzare la pastorale familiare e del matrimonio dall’episcopato nazionale. “Allo scopo di garantire la realizzazione di questo ambizioso e necessario  progetto, l’organizzazione e il sostenimento della sezione è stata affidata ad una Istituzione universitaria di notevole prestigio ed esperienza come l’Università Cattolica di Murcia (Ucam)- precisa l’Istituto-. La sfida sarà da subito quella di incentivare la partecipazione alla vita della nuova Sezione, valorizzando e coinvolgendo il più possibile le realtà accademiche già presenti nella città, ciascuna secondo i rispettivi ambiti di studio e carismi, nel compimento del mandato formulato nel Motu Proprio fondazionale: creare un Istituto che possa fungere da centro accademico di riferimento per gli studi scientifici legati al Matrimonio e alla Famiglia, contribuendo così alle esigenze  attuali della missione pastorale della Chiesa”. Il Gran Cancelliere dell’Istituto Monsignor Vincenzo Paglia, impegnato in questi giorni nel Sinodo per l’Amazzonia esprime la sua “gratitudine per l’apertura della nuova Sezione di Madrid e per il lavoro che si sta svolgendo per far sì che l’Istituto costituisca sempre più nel mondo e nell’ambito delle Istituzioni pontificie quanto Papa Francesco ci chiede nel Motu Proprio Summa Familiae Cura: un centro specializzato di alti studi sulle Scienze del Matrimonio e della Famiglia, a servizio della missione della Chiesa universale”. E il cardinale Carlos Osoro dichiara: “L'Istituto Giovanni Paolo II delle Scienze del Matrimonio e della Famiglia vuole aiutare a trovare ragioni, parole e motivazioni per toccare le fibre più profonde della ragione e il cuore delle famiglie e dei giovani, dove la generosità e l'amore raggiungono il loro punto più alto nel matrimonio e nella famiglia cristiana”.

Nessuna frattura con il passato

“Il popolo cristiano deve essere aiutato a riconoscere questa continuità nella grande tradizione della Chiesa – osserva Camisasca -. Solo essa rende possibile ogni nuova apertura missionaria. L’evangelizzazione sempre avviene attraverso la testimonianza del bene per la vita dei fedeli, illuminandoli con la verità sull’uomo e sulla famiglia, che tutti abbiamo ricevuto da Cristo e che a noi, umili servitori del Regno, spetta di trasmettere con la gioia e la sicurezza che nascono da tale servizio”. Secondo il decano dei vaticanisti Gianfranco Svidercoschi, amico e collaboratore di Giovanni Paolo II, ex vicedirettore dell’Osservatore Romano ed inviato dell’Ansa al Concilio Vaticano II è immotivato il “gran putiferio che è scoppiato di recente attorno all’Istituto di teologia morale Giovanni Paolo” II. Papa Bergoglio, evidenzia Svidercoschi, “ha deciso una serie di provvedimenti per rifondare l’istituzione e darle un nuovo assetto giuridico. Provvedimenti che invece, a giudizio degli stessi studenti, punterebbero a un ridimensionamento normativo dell’Istituto, cambiando statuti e piani di studio e, nello stesso tempo, ad allontanarne alcuni professori, “colpevoli” di avere criticato le aperture di Francesco sui divorziati risposati nell’esortazione apostolica Amoris laetitia. “Ebbene, al di là delle polemiche, dei contrasti, al di là delle contrapposte ragioni, la vicenda ha comunque confermato che Giovanni Paolo II è stato autore di un aggiornamento, tanto rivoluzionario quanto coraggioso, della morale cattolica, e, in particolare, della morale sessuale-coniugale- avverte Svidercoschi-. Aggiornamento, però, non sempre capito, non sempre bene interpretato; e che, peggio ancora, venne tenuto volutamente in ombra dagli oppositori di Wojtyla. I quali temevano che ciò potesse ribaltare l’immagine del Papa che da tempo cercavano di costruire: e cioè, un Papa conservatore, oscurantista, lontano dai veri problemi della gente”.