IL TERRORE NON FERMA LA CULTURA, RIAPRE AL PUBBLICO IL BARDO DI TUNISI

La Tunisia è pronta a rialzare la testa, si prepara infatti a riaprire oggi le porte del Museo del Bardo, teatro, la settimana scorsa, di un sanguinoso attacco di terroristi islamici contato la vita a 21 persone, di cui 20 turisti stranieri. Sempre nella giornata di oggi, Tunisi accoglierà migliaia di manifestanti in occasione del Forum sociale mondiale, previsto dal 24 al 27 marzo. Il direttore del Museo archelogico, Moncef Ben Moussa, ha parlato espressamente di un “atto simbolico”, secondo l’uomo infatti si tratta “di una sfida, ma è anche un messaggio”, e prosegue sottolineando che la loro intenzione è “dire che gli autori dell’attentato non hanno raggiunto il loro scopo”.

Per l’occasione gli appassionati della rete tunisini hanno lanciato un appello a manifestare davanti al museo, il più celebre e prestigioso del Paese, in occasione della riapertura. Ieri, il premier tunisino Habib Essid ha riconosciuto le numerose falle nei servizi di sicurezza che hanno consentito, non solo l’attacco terroristico del 18 marzo, ma anche la nascita e lo sviluppo del movimento jihadista dai giorni della primavera araba.

Infatti sono cadute ieri le prime teste, esattamente sono stati licenziati sette responsabili della sicurezza. Si tratta del responsabile della Sicurezza per il turismo, il capo del distretto di polizia di Tunisi, il comandante dei vigili, il capo della sicurezza del distretto del Bardo e il suo omologo a Sidi Bechir, il responsabile dei servizi del Bardo e il capo del posto di polizia del Museo. È stato inoltre arrestato il poliziotto tunisino incaricato di sorvegliare l’accesso al Museo, dato che non sarebbe stato sul posto al momento dell’attentato.