Dagli scavi riemerge l'ultimo fuggiasco

Il corpo sbalzato all'indietro dalla nube piroclastica e inchiodato a terra da un grosso blocco di pietra che gli opprime il torace. Così è terminata la drammatica corsa verso la salvezza dell'ultimo fuggiasco ritrovato nel cantiere dei nuovi scavi della Regio V, a Pompei

Il ritrovamento

Lo scheletro è stato rinvenuto all'incrocio tra il Vicolo delle Nozze d'Argento e il Vicolo dei Balconi, di recente scoperta, che protende verso via di Nola. Dalle prime osservazioni, si pensa che l'individuo sia sopravvissuto alle prime fasi dell'eruzione del Vesuvio e si sia avventurato in cerca si salvezza lungo il vicolo oramai completamente ricoperto dalla spessa coltre di lapilli. Il corpo, infatti, è stato rinvenuto all'altezza del primo piano di un edificio, ovvero al di sopra dello strato di lapilli. Qui, mentre cercava di mettersi in salvo, sarebbe stato investito dalla fitta e densa nube piroclastica che lo ha sbalzato all'indietro. 

Chi era il fuggiasco?

Anche se ancora non sono state riportate alla luce tutte le parti dello scheletro – infatti la parte superiore del busto e la testa, schiacciate dal pesane blocco in pietra trascinato con violenza dalla nube, giacciono a quota più bassa rispetto agli arti inferiori – l'antropologa ha afferamto che si tratterebbe di un uomo adulto, con un'altezza intorno al metro e sessantacinque, di età superiore ai 30 anni che probabilmente soffriva di artosi. Molto probabilmente era claudicante, per questo avrebbe ritardo la sua fuga. Infatti, la presenza di lesioni a livello delle tibie, segnalano un'importante infezione ossea che avrebbe causato nell'uomo difficoltà nella deambulazione.