Xylella: il batterio arriva in Toscana

Ha sterminato moltissime piante d'ulivo in Salento. Ora la Xylella fastidiosa, il batterio che attacca le piante, minaccia anche la Toscana. Un focolaio è stato individuato presso alcune piante nel territorio di Monte Argentario. Lo rende noto il ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. La presenza è stata rilevata su 41 piante a seguito di oltre 1000 rilievi effettuati nell'area interessata. “Per ora – sottolinea il ministero – non si conosce l'origine dell'infestazione, ma tra le ipotesi più accreditate vi è quella dell'introduzione nella zona di piante infette o il trasporto di insetti vettori della malattia, provenienti da località poste al di fuori del territorio italiano“.

Coldiretti regionale dai primi accertamenti ha rilevato che il batterio ritrovato appartiene alla sottospecie Multiplex, differente da quello che ha colpito l'olivicoltura pugliese, una sottospecie finora mai rinvenuta in Italia ma presente in Corsica e in Spagna. “Secondo quanto dichiarato dalla Regione – ha spiegato Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – non esistono condizioni per inutili allarmismi anche perchè non sono state evidenziate infezioni a carico di olivi. Oltretutto le piante colpite, una quarantina in tutto, sono ginestre e mandorli nei dintorni di Porto Santo Stefano – da dove il batterio potrebbe essere sbarcato – zona particolarmente isolata dal resto del territorio toscano per la presenza della laguna di Orbetello. Le potenziali vie di diffusione sono quindi limitate dalla natura dell'area“. Le numerose analisi non hanno evidenziato infezioni a carico di olivi. “Apprezziamo il lavoro di monitoraggio svolto dal Servizio fitosanitario regionale – ha sottolineato Filippi – grazie al quale è possibile, con una identificazione tempestiva dei focolai, una rapida ed efficace azione di eradicazione attraverso la distruzione delle piante colpite e la istituzione di una zona di rispetto. Evitiamo qualsiasi forma di allarmismo perchè gli oliveti ed i vigneti così importanti per l'economia ed il paesaggio della toscana non corrono alcun rischio”.