Violenze tribali: almeno 36 morti

Nel Mali imperversa il conflitto etnico. In un villaggio del centro del Paese africano sono state uccise almeno 36 persone nello scorso fine settimana, tutti appartenevano all'etnia fulani, accusata di avere legami con al Qaeda. Secondo quanto riferito dalle autorità locali citate dai media maliani, a condurre l’attacco sono stati sospetti miliziani armati di etnia dogon, conosciuti come “cacciatori dozo“.

La scorsa settimana il ministero della Difesa di Bamako ha accusato alcuni militari dell’esercito di essere implicati in “gravi violazioni” nella regione di Mopti, dove di recente sono state rinvenute delle fosse comuni contenenti i corpi di 25 persone. Il dicastero – riferisce AgenziaNova – ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sull’accaduto. Il ministero, si legge nella dichiarazione, “ribadisce la sua determinazione a combattere l'impunità” e ad “impegnare le sue forze al rigoroso rispetto dei diritti umani”. Il ritrovamento delle fosse comuni segue l’ondata di arresti effettuati nelle scorse settimane da parte dell'esercito maliano nelle località di Kobaka e Nantaka, sempre nella provincia di Mopti. Gli arresti sono stati contestati dalle organizzazioni per i diritti umani e dai residenti locali che hanno denunciato presunte esecuzioni extragiudiziali nei confronti dei pastori fulani residenti nell’area. Lo scontro tra fulani e dogon ha prodotto da gennaio ad oggi decine di morti. I fulani del Mali hanno denunciato in più occasioni un clima di insicurezza e rappresaglie nel centro del Paese, ad opera sia dei gruppi jihadisti presenti nella regione che dell’esercito maliano.