Turista italiana uccisa in Brasile, è caccia al killer

E’ scattata la caccia al killer della turista italiana assassinata in Brasile: Gaia Molinari, 29 anni, è stata uccisa probabilmente il giorno di Natale. Il suo cadavere è stato trovato da alcuni bagnanti sulla spiaggia di Jijoca Jericoacoara, a 287 chilometri da Fortaleza: sul corpo diversi lividi e segni sui polsi.

Miriam, l’amica con cui Gaia viaggiava, è stata interrogata a lungo: ha confermato che la ragazza piacentina sarebbe dovuta tornare a Fortaleza prima di Natale ma aveva prolungato la sua permanenza. “Nell’ostello dove avevano alloggiato prima di partire verso Jericoacoara – hanno precisato le fonti consolari di Recife – Gaia aveva lasciato il suo notebook e gli effetti personali, da riprendere al ritorno a Fortaleza previsto per il giorno di Natale”. Subito dopo, l’amica si sarebbe allontanata per raggiungere un’altra spiaggia.

A Jericoacoara le due avrebbero incontrato altri turisti, anche loro di Piacenza: é stato proprio uno di loro ad avvertire la polizia. Le fonti consolari italiane hanno spiegato che “non si sanno le ragioni per le quali Gaia si sia ritrovata da sola sulla strada secondaria” dove poi è stato trovato il suo corpo “in un mare di sangue, probabilmente colpita da una pietra, con il cranio fratturato, così come forse anche il viso e il torace”. Quando è stata trovata morta, la ragazza piacentina indossava un bikini e aveva con sè uno zaino: il corpo era in un’area naturale protetta e chiusa ai veicoli chiamata Serrote. Secondo quanto ha riferito dal sottotenente Marcos Rodrigues, comandante della polizia locale di Joricoacoara, la giovane turista sarebbe stata colpita al capo con una pietra.

La salma si trova adesso presso “l’istituto di medicina legale di un’altra città chiamata Sobral”, in attesa dell’autopsia: il caso è seguito dal viceconsolato di Fortaleza. Appena possibile, si cercherà di portare la salma a Fortaleza e successivamente in Italia. La morte della giovane piacentina richiama alla memoria un duplice delitto che toccò, anche in quel caso, l’Emilia-Romagna: le vittime, nell’arcipelago di Capo Verde, furono una ragazza di Ravenna, Dalia Saiani e la veronese Giorgia Busato, 30 e 28 anni. Le due turiste furono uccise per rapina a colpi di pietra e pala, mentre un’altra ravennate di 17 anni che era con loro si salvò fingendosi morta. Due giovani del luogo furono condannati a 25 anni di carcere, pena poi lievemente ridotta in secondo grado.