TRAFFICO DI ARMI: EMESSO ORDINE DI ARRESTO PER UN 73ENNE ITALIANO IN LIBIA

Traffico internazionale di armi e armamenti da guerra. Sono le ipotesi di reato di cui è accusato Franco Giorgi, un intermediario d’affari ascolano che da oltre un anno e mezzo si trova in Libia. Per lui, il gip di Ascoli Piceno ha emesso un’ordinanza di custodia. Inoltre, i carabinieri del Ros, coordinati dalla procura di Ascoli hanno arrestato ad Ancarano (Teramo) un cittadino egiziano, coinvolto nella stessa inchiesta.

Secondo quanto emerge da un rapporto del Consiglio delle Nazioni Unite, Giorgi sarebbe “il principale mediatore italiano” del network di Abdurraouf Eshati, un libico arrestato e condannato a sei anni in Gran Bretagna per un traffico da 28,5 milioni di dollari di armi destinate alle milizie di Zintan. Per l’Onu il 73enne italiano avrebbe incassato una prima tranche di denaro dai suoi clienti libici, ma stando alla sua versione gli sarebbe stata rubata al rientro in Italia. Per questo sarebbe dovuto tornare in Libia, probabilmente per discutere della spinosa situazione con in suoi clienti.

Nel 2002, Giorgi, per qualche tempo residente a Tirana, venne arrestato nella sua villa di Ascoli su ordine del Gip di Torre Annunziata. Era sospettato di aver partecipato ad un traffico di armi e munizionamento da guerra, fatti per i quali era già stato indagato anche nel ’98 (ma poi scagionato) nell’inchiesta denominata “Cheque to cheque”. Rimase detenuto per pochi giorni: il tribunale del Riesame di Napoli lo rimise in libertà e le accuse vennero archiviate. Fu anche ascoltato dalla Commissione parlamentare di indagine che si occupò del caso Ilaria Alpi.