Strage di Lampedusa, 'no' del Gip all'archiviazione

E'stato di 26 persone rimaste uccise e altre 260 disperse, molte delle quali bambini (a fronte di 200 superstiti), il bilancio del naufragio avvenuto il 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa. Un disastro costato quasi 300 vite (la maggior parte delle quali di origine siriane) sul quale, nella giornata di oggi, si è espresso il Gip del Tribunale di Roma, Giovanni Giorgianni, il quale ha respinto la richiesta di archiviazione e disposto il prosieugo delle indagini, nelle quali sono coinvolti quattro tra ufficiali e sottufficiali della Marina militare, oltre a tre della Guardia costiera italiana. Un caso spinoso che, all'epoca, vide coinvolte le autorità italiane e quelle maltesi intente a stabilire di chi fosse la responsabilità d'intervento nei confronti del barcone naufragato. Assieme al respingimento della richiesta avanzata da i pubblici ministeri della Procura di Roma Francesco Scavo e Santina Lionetti, il Gip ha inoltre chiesto l'avvio delle procedure d'imputazione coatta per Luca Licciardi, comandante della sala operativa della squadra navale della Marina, e Leopoldo Manna, comandante responsabile della sala operativa della Guardia costiera.

L'indagine

Le ricostruzioni parlarono di un barcone affondato nel tratto di mare rientrante sotto la giurisdizione Sar (Search and rescue) di Malta, con la nave italiana 'Libra' (distante un paio d'ore di navigazione) rimasta bloccata dall'intervenire e in attesa che si muovessero le unità di soccorso maltesi. Uno stallo che rese vani gli appelli di un medico presente a bordo del barcone, il quale chiamò più volte entrambe le autorità, e rese impossibile il salvataggio della maggioranza degli imbarcati. A questo proposito, un supplemento di indagine è stato disposto a carico di Katia Pellegrino, quel giorno al comando della nave Libra, mentre sono state archiviate le posizioni dell’ammiraglio della Marina Filippo Maria Foffi e degli ufficiali Nicola Giannotta, Clarissa Torturro e Antonio Miniero, poiché subordinati o estranei ai fatti. Alcuni elementi che avrebbero indotto il Gip a non archiviare l'indagine, sarebbero emersi da un'inchiesta avviata dal settimanale 'L'Espresso'.