Sospeso il corteo antifascista, ma i centri sociali alzano la tensione

Il gesto sconsiderato di Luca Traini sta lasciando una scia di polemiche, che si concentrano a Macerata ma che coinvolgono l'opinione pubblica nazionale.

Casapound a Macerata

La città marchigiana oggi è stata visitata da Simone Di Stefano, segretario nazionale di Casapound, e stasera è in programma una fiaccolata di Forza Nuova. Il leader di Casapound è arrivato in città nel pomeriggio e ha rilasciato ai giornalisti un breve commento su Luca Traini: “Condanniamo il suo folle gesto ma non sono qui per lui, sono qui per quella bestia che ha fatto a pezzi una ragazza di 18 anni. In casi come questo ci vorrebbe la pena di morte”. Come riporta Cronache Maceratesi, erano circa una cinquantina i sostenitori ad attenderlo.

Casapound avrebbe dovuto tenere una conferenza presso un Caffè nel centro storico di Macerata, ma i proprietari del locale hanno ritirato la propria disponibilità dopo che ieri esponenti dei centri sociali hanno organizzato un raid culminato con un lancio di fumogeni verso le vetrine del locale. Di Stefano è andato quest'oggi ad esprimere solidarietà ai proprietari.

Centri sociali ad Ancona

Mentre Di Stefano passeggiava per Macerata, ad Ancona una quarantina di appartenenti ai centri sociali occupava Palazzo Camerata, sede dell'Assessorata alla Cultura del Comune, per protestare contro l'autorizzazione a una manifestazione organizzata proprio da Casapound in città per sabato prossimo, 10 febbraio, Giorno del Ricordo delle foibe e dell'esilio dei giuliano-dalmati.

Manifestazione di sabato sospesa

Chi invece non dovrebbe manifestare sabato prossimo, ma a Macerata, sono Cgil, Anpi, Arcigay e Libera, che in un primo momento avevano indetto una manifestazione contro il fascismo. Le sigle hanno fatto marcia indietro su invito del sindaco maceratese Romano Carancini. “Nel prendere atto dell'appello, seppur tardivo, del Sindaco di Macerata affinché si fermino tutte le manifestazioni in città per il clima di smarrimento, paura e dolore vissuto dalla comunità locale, abbiamo assunto la decisione, non senza preoccupazione e inquietudine, di sospendere la manifestazione nazionale del 10 febbraio“. Nel comunicato congiunto, le quattro sigle tutttavia aggiungono: “Nel contempo, pretendiamo che Macerata non diventi un luogo di attiva presenza neofascista: ciò sarebbe in violazione della Costituzione della Repubblica, delle leggi vigenti in materia e della civiltà”.

La replica del sindaco

“Ero fiducioso che le forze democratiche e antifasciste avrebbero saputo ascoltare la voce della città. La decisione di sospendere la manifestazione nazionale del 10 febbraio a Macerata dimostra la sensibilità verso una comunità che intende rialzarsi e tornare a essere se stessa dopo le ferite subite“. E' la replica del sindaco di Macerata Romano Carancini all'annuncio da parte degli organizzatori che la grande manifestazione di sabato in città è stata sospesa. “Fermarsi a respirare – dice il primo cittadino – non vuol dire rinunciare a combattere per i valori in cui crediamo, quali l'antifascismo, l'integrazione e il rispetto per ogni vita. Per questo, sono pronto a fare la mia parte in una grande manifestazione unitaria nazionale a sostegno della nostra Costituzione. Infine – conclude -, ho ancora speranza che tutte le altre annunciate manifestazioni in città possano essere spontaneamente annullate“.

Chi marcerà lo stesso

Speranze per ora irrealizzate quelle del sindaco. Non tutti i gruppi della galassia antifascista hanno accolto l'invito a fare un passo indietro. Il Centro Sociale Sisma, di Macerata, annuncia su Facebook che marcerà ugualmente, in quanto la richiesta del sindaco – si legge nel post – “pone sullo stesso piano le iniziative lanciate da quanti rivendicano l'attacco terroristico di sabato scorso e la grande manifestazione di condanna di quanto accaduto“.

Non aiuta a distendere il clima quanto avvenuto a Roma la notte scorsa, su un ponte a due passi dal Colosseo. Un manichino con una croce celtica disegnata sul petto è stato appeso a testa in giù, ad accompagnarlo uno striscione che recitava: “Minniti e fascisti la vostra strategia della tensione non passerà. Noi restiamo. 102 corteo Macerata”. La firma è la stella a cinque punte rossa.