Sicilia in fiamme, cosa c’è dietro gli incendi che devastano l’Isola

Un vasto incendio è divampato nella tarda serata di ieri anche a Lipari, isola delle Eolie. E' il terzo nell'isola in due giorni

Le fiamme a Lipari nei roghi dello scorso 1 settembre

Un vasto incendio è divampato nella tarda serata di ieri a Lipari, isola appartenente all’arcipelago delle Eolie, in Sicilia. Le fiamme alimentate dal forte vento hanno interessato la zona di Quattropani, Castellaro, Madoro Monte Sant’Angelo e Varesana.

Paura tra gli abitanti e i villeggianti delle aree interessate quando le fiamme alte si sono avvicinate a delle abitazioni. Al lavoro per domare il rogo vigili del fuoco, personale del corpo della forestale, volontari e carabinieri che hanno già avviato le indagini.

Si prospetta un altro disastro ecologico in Sicilia. Questa volta nella borgata più alta di Lipari, la più grande delle isole delle belle Eolie.

Incendi dolosi

Il sospetto è che anche questo ultimo incendio sia doloso. “Lipari va a fuoco anche stanotte, ovviamente con il vento da Nord-Nord Ovest – scrive Il Giornale di Lipari -. Alle porte di Quattropani una bella fetta di territorio tra Castellaro e Monte S.Angelo che rischia di essere devastata dall’opera dei soliti criminali che non si individuano ancora. Continuando di questo passo, prima o poi, ci scapperà il morto (vista anche la vicinanza del fuoco alle case) per non aver fatto fuori dalla comunità elementi che non possono farne parte. Chi sa parli altrimenti è complice!”.

Il precedente

L’Isola di Lipari non è nuova agli incendi. L’ultimo era scoppiato lo scorso 1 agosto. In quella occasione il grosso rogo si era sviluppato nel pomeriggio a Pianoconte in località Schiccione, borgata residenziale di Lipari. Le fiamme sospinte dal vento avevano anche in quel caso lambito alcune villette.

I vigili del fuoco, i carabinieri, la forestale e la polizia municipale, oltre ai numerosi volontari, avevano domato le fiamme dopo ore di lavoro. I danni erano stati ingenti: dalla macchia mediterranea a orti e alberi secolari di ulivi divorati dalle fiamme. Anche diversi ettari di terreno erano stati ridotti in cenere. I carabinieri avevano ritenuto doloso anche questo ennesimo – ma non ultimo – incendio. Comprensibile la rabbia dei cittadini.

La riserva dello Zingaro

Domenica era andata a fuoco un’altra zona della Sicilia: la rinomata Riserva dello Zingaro. La riserva naturale orientata dello Zingaro è un’area naturale protetta situata nei comuni di Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani e gestita dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Sicilia. La zona, famosa in tutto il mondo e meta di tantissimi turisti ogni anno, è stata divorata dall’incendio che ha colpito negli scorsi giorni questa zona della Sicilia.

Il commento del sindaco

“Oggi – aveva dichiarato il sindaco di San Vito Lo Capo, Giuseppe Peraino, commentando le immagini dei territori distrutti – la Riserva dello Zingaro risulta totalmente bruciata, ad eccezione di un piccolo spicchio dal lato di Castellammare del Golfo”.

Non è la prima volta che la zona viene interessata da incendi: già nel 2012 la riserva fu devastata dai roghi. Anche in questo caso, sembrerebbe di natura dolosa poiché “è stato un fronte di fuoco troppo grande, fatto in maniera scientifica per far sì che con il vento si estendesse il più possibile. Una mano criminale ha agito ancora una volta sul nostro territorio che è stato letteralmente assediato dal fuoco”, ha scritto Peraino.

Brucia anche bosco Altofonte

Brucia ancora Altofonte comune palermitano. La zona è in fiamme da 72 ore di fila nonostante la pioggia e le temperature decisamente più basse. Questa mattina sono entrati in azione due Canadair su Cozzo Ferrera, scrive Ansa, la parte della montagna che ieri ha preso fuoco bruciando altri ettari di bosco. Un vero disastro per uno dei polmoni verdi della provincia che più volte questa estate era stato preso di mira.

L’ipotesi è che incendiari abbiano appiccatole fiamme in più punti nella serata di sabato quando già i Canadair non potevano più alzarsi in volo. E così per tutta la notte il fuoco si è alimentato non lasciando scampo al bosco della Moarda. Indagano carabinieri e forestale per l’ennesimo incendio doloso che fa bruciare la Sicilia.