Si aggravano le condizioni di Maria Antonietta Rositani

Continuano ad aggravarsi le condizioni di Maria Antonietta Rositani, la 42enne di Reggio Calabria ricoverata al policlinico di Bari dal 12 marzo scorso in seguito all’aggressione, avvenuta a Reggio Calabria, dell’ex marito Ciro Russo. L'uomo evase dagli arresti domiciliari, nell’abitazione dei genitori di Ercolano, e tentò di ucciderla dopo aver cosparso con liquido infiammabile la sua auto. La donna, nonostante le ustioni, riuscì ad uscire dall’abitacolo rovente trovando riparo in un negozio. Nelle scorse ore le sue condizioni si erano aggravate a causa di un blocco intestinale, peggioramento che aveva indotto i medici del nosocomio pugliese a spostarla dal reparto “grandi ustionati” alla terapia intensiva. Nella notte, però, durante l'operazione al blocco intestinale, sono sorte ulteriori complicazioni polmonari e ha avuto un blocco respiratorio. Maria è stata trasferita d’urgenza in rianimazione dove è intubata e costantemente monitorata dai medici. Allo stato attuale si trova in coma farmacologico.

Tragedia evitabile

La donna era sposata da anni con Russo, dal quale ha avuto due figli. Ma le violenze fisiche e psicologiche che subiva d anni l’hanno portata a chiedere la separazione e a denunciarlo. L'ex è stato arrestato, ma agli inizi del 2019 è stato scarcerato e posto agli arresti domiciliari ad Ercolano. Arresti da cui è evaso, nella notte tra il l’undici e il dodici marzo, per vendicarsi della donna: ha percorso 400 chilometri e ha atteso che l’ex moglie accompagnasse i figli a scuola per poi scagliarsi contro di lei con la propria auto in via Frangipane, cospargendola con della benzina e dandole fuoco. Da lì, la fuga disperata della donna e il ricovero: quattro mesi di calvario. Non si dà pace il papà di Maria Antonietta, ennesima vittima dell'odio cieco di alcuni uomini incapaci di reggere una separazione. “È una situazione assurda – aveva detto il padre Carlo a lacnews24.it -. La mia bambina continua ancora a soffrire, continua a vivere questa tragedia che non solo non meritava, ma che poteva e doveva essere evitata”.