Salvato lo speleologo bloccato sul Canin

Ci sono volute quasi 48 ore perché Stefano Guarniero, lo speleologo triestino di 33 anni intrappolato da sabato scorso in una grotta carsica sul monte Canin, in Friuli, riuscisse a rivedere la luce del sole. Guarniero è stato salvato dal Soccorso alpino ed estratto dalla grotta alle 12.35, caricato su una barella e trasportato presso l'ospedale di Tolmezzo da un elicottero. Lo speleologo era precipitato nella grotta durante un'esplorazione a 2.200 metri di altezza sulle Alpi Giulie assieme ad altri escursionisti suoi amici. Subito dopo l'incidente, alcuni di loro si sono recati a chiamare i soccorsi, mentre un altro è rimasto sul posto a tiro di voce con il loro compagno. Le operazioni erano iniziate immediatamente, proseguendo per tutta la giornata di domenica: dapprima si era tentato di estrarre Guarniero attraverso la stessa cavità nella quale era precipitato, per poi optare per un'altra soluzione, passando per una grotta vicina, posta però più in basso rispetto al punto in cui l'esploratore (che è anche un esperto infermiere) si trovava.

I soccorsi

Il passaggio, situato 100 metri più in basso e inizialmente troppo stretto, era stato abbattuto per consentire il passaggio della barella, posticipando per questo la conclusione delle operazioni alla mattina successiva. Lo speleologo non sarebbe in gravi condizioni, avendo riportato un paio di ferite al braccio e all'altezza dell'addome. Ora verrà trasportato in ospedale per un esame più accurato per accertare l'eventuale presenza di ulteriori lesioni. Ingente il dispiegamento di uomini e mezzi, con tre elicotteri per il trasporto di uomini e materiali (uno appartenente alla Protezione Civile, uno all'Esercito italiano di stanza a Casarsa Ale Rigel e l'altro proveniente dal Veneto con un infermiere speleologo specializzato), 94 tecnici speleologi (inclusa la squadra dei demolitori che hanno allargato la cavità 'Turbine' dal quale lo speleologo è uscito) e 22 tecnici del Soccorso alpino e speleologico nazionale (Cnsas). Presente sul posto, per tutta la durata delle operazioni, anche la famiglia di Guarniero.

Il percorso di risalita era iniziato alle prime luci del giorno, alle 5.40, dovendo effettuare un dislivello di una ventina di metri. Per tutta la durata degli interventi, è stato posizionato un cavo di collegamento telefonico con l'interno delal grotta, grazie al quale è stato seguito tutto il lavoro degli speleologi di soccorso. La connessione, di regola complessa in alta quota, è stata garantita dal collegamento radio con la caserma della Guardia di Finanza di Sella Nevea.