Rissa fra immigrati nel centro d’accoglienza di Pordenone: 4 arresti

Una rissa per motivi etnici quella divampata all’interno dell’ex Caserma Monti, in via della Comina, nella mattinata del 26 dicembre. Spranghe di ferro e bastoni, utilizzati gli uni contro gli altri, in una lite che ha coinvolto gli ospiti dello hub allestito all’interno degli edifici un tempo destinati ai militari, persone di diversa etnia e nazionalità, per la maggior parte pachistani. Proprio in motivazioni legate ad attriti e questioni etniche, sarebbero state riscontrate le cause che hanno fomentato la discussione, sfociata successivamente in violenza. La situazione, inizialmente sviluppatasi come un reciproco scambio di insulti, è degenerata in breve tempo e ha richiesto l’intervento delle Forze dell’ordine, allertate dai gestori della struttura: alcune volanti della polizia, assieme ai carabinieri del Nucleo radiomobile di Pordenone, sono accorse sul posto e hanno provveduto a riportare la calma, sedando la rissa e ponendo in stato di fermo 8 persone.

Gli inquirenti, in seguito, hanno effettuato accertamenti su quanto accaduto, procedendo alla segnalazione degli 8 fermati, tutti richiedenti asilo provenienti dal Pakistan, di età compresa tra i 18 e i 37 anni: 4 sono stati tratti in arresto per rissa aggravata, mentre i restanti sono stati denunciati in stato di libertà.

Il centro d’accoglienza allestito nell’ex Caserma pordenonese, è stato inaugurato lo scorso agosto e pensato per ospitare tra i 35 e i 70 richiedenti asilo, garantendo vitto, alloggio e assistenza medica, grazie a un presidio sanitario fisso allestito dalla Croce Rossa. Successivamente, a seguito del sempre più cospicuo flusso migratorio nei locali del vecchio complesso militare, la disponibilità del centro ha dovuto far fronte a un’improvvisa impennata di presenze, giungendo in breve a livelli critici. In particolare, lo scorso novembre era stato lanciato un appello da parte dei gestori, i quali segnalavano una quantità di persone ben oltre la capacità d’accoglienza inizialmente prevista. Circostanza, questa, che aveva portato la Regione Friuli ad autorizzare la realizzazione di una serie di lavori di adeguamento alla struttura. Attualmente, nel complesso sono ospitate poco più di 200 persone.