Rigopiano: chiusura indagini per 25

Dopo ventidue mesi di indagini, si chiude l’inchiesta della procura di Pescara sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano. Lì il 18 gennaio 2017 29 persone perseero la vita a causa di una valanga distaccatasi dalle pendici sovrastanti il massiccio orientale del Gran Sasso che travolse il resort di Farindola, in provincia di Pescara. La slavina fu provocata presumibilmente dall'intensa nevicata dei giorni precedenti e forse anche dalla serie di scosse telluriche legate al terremoto del Centro Italia. Al momento dell'impatto, si trovavano nell'area dell'hotel 40 persone: 28 ospiti – di cui 4 bambini – e 12 membri del personale, da ore bloccate nel rifugio a causa dell'abbondante nevicata. Sopravvissero solo 11 persone, compesi tutti e quattro i minori.

Le accuse

I carabinieri forestali del Comando Provinciale di Pescara guidati dal tenente colonnello Anna Maria Angelozzi stanno notificando a 25 indagati, 24 persone e una società, la richiesta di chiusura indagini. I reati ipotizzati ci sono: disastro colposo, lesioni plurime colpose, omicidio plurimo colposo, falso ideologico, abuso edilizio, omissione d'atti d'ufficio, abuso in atti d'ufficio, ai quali si aggiungono vari reati ambientali.

Gli indagati

Tra gli indagati confermati l'ex prefetto Francesco Provolo, l'ex presidente della Provincia Antonio Di Marco, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, Paolo Del Rosso (fino al 2009 amministratore insieme a Roberto Del Rosso, deceduto il 18 gennaio, della Gran Sasso Resort), il direttore dell’hotel Bruno Di Tommaso e diversi dirigenti regionali e provinciali.

La Procura di Pescara chiederà l'archiviazione per i tre ex presidenti della Regione Luciano D'Alfonso, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi. Il procuratore capo di Pescara Massimiliano Serpi e il pm Andrea Papalia non hanno quindi ravvisato per loro responsabilità dirette. Archiviati, tra gli altri, gli assessori succedutisi alla Protezione civile e l'ex direttore generale della Regione Cristina Gerardis.