Rientrata la rivolta nel carcere di Campobasso

Ventotto detenuti del carcere di Campobasso si sono barricati in un'ala della struttura in aperto clima di rivolta, bruciando alcuni materassi e altri suppellettili. Sul posto si è immediatamente recato il procuratore capo Nicola D'Angelo ma, secondo quanto riferito, non sarebbero stati sequestrati agenti penitenziari. Alla base della protesta, secondo il segretario del Sindacato degli agenti penitenziari, Aldo Di Giacomo, ci sarebbero stati “problemi con la diminuzione di alcuni benefici quali telefonate ed altro” ma, a quanto pare, anche il sovraffollamento del settore II (nel quale i rivoltosi si erano rinchiusi e dal quale hanno condotto la protesta) dove, stando ai numeri forniti da Di Giacomo, vi sarebbero almeno 180 detenuti, un numero troppo elevato rispetto alla capienza del settore. A scatenare la protesta, pare sia stato uno dei reclusi, fortemente contrariato per via del presunto diniego alla concessione di alcune telefonate. Con lui, un'altra ventina di detenuti, uno dei quali soccorso da un'ambulanza dopo essere rimasto vittima di un malore.

Protesta finita

La situazione è rientrata circa un paio d'ore dopo, in seguito a un colloquio intercorso tra i detenuti e la direttrice del carcere, senza che si verificassero atti di violenza né si registrassero feriti. Proprio la direttrice, Irma Civitareale, sarebbe finita al centro delle critiche per alcuni provvedimenti adottati nei soli due mesi dall'inizio della sua attività di direzione dell'istituto, come affermato dal responsabile di Antigone Molise, Gianmario Fazzini: “Dal suo arrivo ci sono state all'interno della struttura molisana delle nuove procedure di vita quotidiana che hanno completamente ribaltato ciò che in anni di lavoro da parte dei precedenti direttori della struttura era stato comunque realizzato. In una struttura che già di per sé è difficilissima da vivere''. Una situazione che, nonostante la rapida conclusione, riapre inevitabilmente il dibattito sulle condizioni delle carceri italiane.