Quella pagella cucita in tasca del giovane migrante annegato

Un ragazzo, seduto con le gambe incrociate sul fondo del mare, il volto tranquillo e sorridente, intento a mostrare la sua pagella a un polpo e a uno squalo, mentre intorno a lui nuotano altri pesci. E' così che Makkox ha voluto rappresentare quel giovane maliano di 14 anni morto mentre attraversava il Mediterraneo, probabilmente in cerca di una vita migliore. Ma perché la pagella in mano? Perché cucita all'interno della giacca di quel ragazzo – di cui si conosce solo il nome e l'età – c'era proprio la sua pagella scolastica. La storia del giovane migrante, in passato, è stata ripresa da diverse testate giornalistiche e rimbalzata sui social, ma nelle ultime ore è tornata virale sopo la pubblicazione della vignetta di Makkox e dell'intervista de Il Foglio a Cristina Cattaneo, il medico legale del laboratorio Labanof – il laboratorio di antropologia e odontologia forense – dell'Università di Milano che, insieme ai suoi colleghi ha trovato il documento sugli indumenti di quel corpo senza nome. 

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La vicenda

Il ragazzo è una delle oltre mille persone che hanno perso la vita nel naufragio del 18 aprile 2015. Il barcone, partito dalla Libia, si ribaltò e i soccorsi non riuscirono ad arrivare in tempo. In un primo momento si era parlato di 800 morti, ma solo nell'ultimo periodo il bilancio della tragedia è stato rivisto al rialzo. 

“Naufraghi senza volto”

“Mentre tastavo la giacca, sentii qualcosa di duro e quadrato. Tagliammo dall'interno per recuperare, senza danneggiarlo, qualunque cosa fosse. Mi ritrovai in mano un piccolo plico di carta composto da diversi strati. Cercai di dispiegarli senza romperli e poi lessi: 'Bullettin scolaire' e, i colonna, le parole un po' sbiadite 'mathematiques', 'science physiques'… Era una pagella. 'Una pagella', qualcuno di noi ripetè a voce alta. Pensammo a tutti la stessa cosa, ne sono sicura: con quali aspettative questo giovane adolescente del Mali aveva con tanta cura nascosto un documento così prezioso per il suo futuro, che mostrava i suoi sforzi, le sue capacità nello studio, e che pensava gli avrebbe aperto chissà quali porte di una scuola italiana o europea, ormai ridotto a poche pagine scolorite intrise di acqua marcia?”. Con queste parole la Cattaneo racconta nel libro “Naufraghi senza volto” (Raffello Cortina Editore) il momento in cui, insieme ai suoi colleghi, trova una pagella cucita nella tasca di un migrante 14enne proveniente dal Mali e morto nel naufragio del 2015. Oltre all'intervista pubblicata da Il Foglio, alcuni stralci del volume sono stati pubblicati dal Corriere della Sera.