Pistoia, catturato il boss ergastolano Concetto Bonaccorsi. Era latitante dal 2016

E’ stato arrestato dalla Polizia di Stato, in Toscana, il boss mafioso Concetto Bonaccorsi, 56 anni, conosciuto come “u’ carateddu” e latitante dal settembre 2016, ossia da quando non rientrò nel carcere di Secondigliano, a Napoli, dove stava scontando la pena dell’ergastolo per omicidio, associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, dopo un permesso di tre giorni. A individuarlo, in una villa di Massa e Cozzile (provincia di Pistoia), gli agenti della Squadra mobile di Catania che, in collaborazione con la polizia pistoiese, hanno effettuato il blitz e l’arresto del boss. A seguito dell’evasione, alcune unità catanesi si erano trasferite in Toscana, con lo scopo di individuare il nascondiglio del latitante, che aveva fatto perdere le proprie tracce durante un permesso premio presso l’opera “Don Guastella”. La sua abitazione è stata individuata nella giornata di ieri, quando gli agenti hanno notato la moglie affacciata alla finestra dell’abitazione alla quale, successivamente, è comparso lo stesso evaso.

Le condanne

Bonaccorsi, assieme al fratello Ignazio, è considerato il capo dei cosiddetti “Cariteddi”, ritenuta una frangia armata del clan Cappello legata ai ‘Cursoti’. Secondo quanto riportato, al momento dell’arresto il latitante non avrebbe opposto resistenza e, a seguito della notifica del provvedimento restrittivo da parte della Procura generale di Milano per una condanna all’ergastolo per omicidio, associazione mafiosa e traffico di droga, è stato condotto nel carcere di Prato. Bonaccorsi aveva ricevuto due precedenti condanne a 23 e 30 anni di reclusione, rispettivamente per gli omicidi di Marco De Zorzi (avvenuto il 21 aprile 1993, a Cassalnovo) e Angelo Maccarone (18 dicembre 1990).

L’ergastolo

Alle spalle anche altri processi, uno dei quali con l’accusa di aver ucciso, in collaborazione con suo fratello Ignazio, Giovanni Durante e Moreno Bennici, assassinati il 21 febbraio 1991 e successivamente gettati nella discarica di Robassomero, vicino Torino, poiché rei di aver rubato l’auto di Bonaccorsi. L’arresto, in quell’occasione, avvenne nel giorno del suo matrimonio, comunque celebrato. La condanna all’ergastolo è arrivata il 18 febbraio 2000, assieme al capomafia Jimmy Miano, con il quale si era reso responsabile dell’assassinio di Angelo Barbera, capo dei Cursoti catanesi, delitto commesso il 18 gennaio del 1991 e dal quale scaturì una successiva faida che, al termine, fece contare oltre 100 omicidi.