Piacenza, operaio muore sotto una lastra d'acciaio

Ennesimo caso di morte bianca da inizio anno. Un uomo di 68 anni ha perso la vita questa mattina in un'azienda meccanica alle porte di Piacenza a causa di un infortunio sul lavoro provocato – da quanto riportano i primi accertamenti svolti dai carabinieri – dalla caduta accidentale di una pesante lastra d'acciaio. La tragedia stamane intorno alle 8, mentre la vittima stava lavorando all'interno dell'officina per sostituire uno stampo di acciaio. Per cause ancora da accertare, la lastra gli è caduta addosso chiacciandolo: un peso enorme che non gli ha lasciato scampo uccidendolo sul colpo. Il celere intervento del 118 ha potuto solo constatarne il decesso. Il peso della lastra era tale che, per liberare la salma da sotto lo stampo, sono dovute intervenire sul posto le squadre dei vigili del fuoco di Piacenza. Da inizio anno, sono morte 248 persone sui luoghi di lavoro.

Quattro morti in un giorno

L'ultimo episodio sempre nel Piacentino era avvenuto meno di un mese fa, tragicamente il Primo maggio, festa dei lavoratori, quando un muratore era deceduto colpito da un blocco di cemento. Alessandro Ziliani, muratore bergamasco di 50 anni, nonostante fosse un giorno di festa stava lavorando in un'azienda agricola insieme a colleghi per demolire una vecchia stalla. Alessandro era in cima a un'impalcatura, quando improvvisamente un gigantesco blocco di cemento si è staccato da una parete travolgendo il 50enne. L'uomo è deceduto poco dopo il trasporto in condizioni disperate con l'eliambulanza del 118 all'ospedale Maggiore di Parma. Lo stesso giorno sono morti altri 3 operai. Due a Gragnano (Napoli): sono caduti dal quinto piano di un'abitazione nel palazzo dove stavano lavorando per una ristrutturazione. Il terzo nel Palermitano: un muratore di 62 anni caduto da un balcone che stava ristrutturando. Quattro morti in un solo giorno – per di più nel giorno dedicato ai lavoratori – che hanno fatto puntare i riflettori sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. “La sicurezza di questo Paese”, aveva commentato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, dal palco di piazza Maggiore, “non è fare leggi per armarci e difenderci”, ma “la sicurezza che vogliamo è quella di non morire sul lavoro”.