PARIGI: ARRESTATO FONDAMENTALISTA ISLAMICO, PROGETTAVA ATTACCHI CONTRO LE CHIESE

È stato arrestato con un vero e proprio arsenale da guerra un fondamentalista islamico a Parigi. A darne notizi è la razio Rtl. L’uomo “stava progettando” attacchi contro “una o due chiese”. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, precisando che l’attentato sarebbe stato “imminente”. L’uomo fermato è inoltre sospettato di aver ucciso una donna di 32 anni a Ville Juif, una località alle porte di Parigi, anche se i motivi dell’omicidio non sono ancora noti, ha detto Cazeneuve.

L’arrestato è un giovane programmatore informatico algerino di 24 anni, fermato nel tredicesimo distretto della capitale con “armi, munizioni, giubbotti anti-proiettili e un hardware informatico che faceva pensare alla preparazione di un attacco”. Il giovane era già sorveglianza dal 2014, e dalle indagini è emerso che stava pianificando un viaggio in Siria. La Francia non smette di essere in allerta dallo scorso gennaio, quando i due affiliati dell’Isis hanno attaccato la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, per questo circa 10mila uomini dell’esercito e della polizia sono impegnati a pattugliare giorno e notte le strade della città.

L’omicidio di cui è sospettato sarebbe invece avvenuto domenica, la vittima era una insegnante di fitness, il cui cadavere è stato ritrovato nella sua auto nella banlieu parigina di Villejuif. Le armi in suo possesso e il progetto di attentati sarebbero quindi stati scoperti per caso dopo il fermo. Tutto comincia, scrive “Le Monde”, da una banale chiamata al pronto soccorso fatta da un uomo che denuncia una ferita d’arma da fuoco. La polizia, allertata come da prassi, segue le tracce di sangue del ragazzo fino ad arrivare a una macchina parcheggiata poco distante. E scopre un vero e proprio arsenale: kalashnikov, pistole, munizioni, giubbotti antiproiettile. In ospedale il giovane riconosce di essere il proprietario della vettura rendendo inevitabile una perquisizione in casa. Dove si trovano tracce che stabiliscono “senza ambiguità che l’individuo progettava un attentato verosimilmente contro una o due chiese”, ha spiegato Cazeneuve. Il ragazzo, secondo la ricostruzione effettuata dalla testata, sarebbe arrivato in Francia nel 2009 nell’ambito di una operazione di ricongiungimento familiare.