Pagati un euro l'ora: 2 arresti per caporalato

Non solo pomodori: la piaga del caporalato non riguarda solo la raccolta di verdure nel Sud Italia, ma è presente anche al chiuso delle fabbriche, lontano dallo sguardo dei passanti. E' quanto scoperto in alcune ditte calzaturiere a Empoli (in provincia di Firenze) gestite da due cinesi, marito e moglie. I coniugi sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza con l'accusa di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e caporalato.

Le indagini

Gli operai della fabbrica, hanno scoperto gli inquirenti, erano costretti a lavorare fino a 10 ore al giorno sei giorni la settimana e pagati anche meno di 400 euro al mese, per una paga oraria di circa 1,28 euro. Secondo le indagini, scrive Ansa, i lavoratori, per lo più africani, tra cui diversi dal Gambia, erano assunti completamente al nero o con contratti formalmente part-time ma poi lavoravano 10 ore al giorno, festivi compresi. “All'inizio percepivo 650 euro mensili, ore 800 – racconta un testimone – lavoro tutti i giorni domenica compresa dalle 8 alle 20, con una pausa di 15 minuti per poter mangiare”. “Nel contratto di lavoro c'è scritto che lavoro due ore al giorno, dalle 9 alle 11 – avrebbe detto un altro degli operai africani – in realtà lavoro dalle 9 alle 19 dal lunedì al sabato”.