Oseghale a processo con rito ordinario

Non ci sarà il rito abbreviato per Innocent Oseghale, il nigeriano al momento unico indagato per l'orribile morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana deceduta a Macerata e il cui corpo fu ritrovato smembrato e occultato in due trolley rinvenuti lungo una strada di campagna. Se Oseghale sarà condannato, dunque, non beneficerà di alcun sconto di pena: questo quanto stabilito dal giudice dell'udienza preliminare di Macerata, davanti al quale l'imputato è comparso questa mattina, vedendo respinta la richiesta avanzata dai suoi avvocati difensori. Il processo si celebrerà in Corte d'assise a questo punto con rito ordinario, con prima udienza il prossimo 13 febbraio. Secondo quanto ammesso finora, Oseghale avrebbe fatto a pezzi il corpo della giovanissima ma da sempre si è dichiarato estraneo alla morte, affermando che Pamela sia morta dopo aver assunto una dose eccessiva di stupefacenti nella sua casa di Macerata.

Tensioni fuori dall'Aula

Durante l'udienza preliminare, Oseghale si è scusato con la famiglia della giovane, leggendo una lettera nella quale ribadiva di non aver ucciso Pamela e si augurava di avere una seconda opportunità. Scuse rispedite al mittente dalla madre della vittima (con la quale si è incontrato per la prima volta) che, parlando ai cronisti, ha affermato di ritenere le parole di Oseghale “una presa in giro”. All'ingresso dell'imputato in Tribunale si sono registrati alcuni momenti di tensione, con una folla (molte persone che la componevano erano arrivate direttamente da Roma) che ha inveito contro di lui, gridandogli “assassino”, esponendo striscioni e riservando contestazioni anche al sindaco di Macerata.

Le accuse

Innocente Oseghale, nonostante il suo professarsi estraneo alla morte di Pamela, dovrà rispondere delle accuse di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere e violenza sessuale. Nel processo, si costituiranno parte civile il primo cittadino Romano Carancini e anche il proprietario dell'appartamento affittato dal nigeriano, nella quale il corpo senza vita di Pamela è stato sezionato. Nei giorni scorsi, due persone inizialmente coinvolte nel processo, i due nigeriani Desmond Lucky e Lucky Awelima, sono stati condannati rispettivamente a 6 e 8 anni per spaccio. I due sono stati esclusi dall'inchiesta per la morte di Pamela (anche se al primo è stata contestata la vendita di stupefacenti alla ragazza) ma, alla fine della pena, saranno espulsi.