Operazione europea contro le tv pirata: “spenta” Xtream Codes

Aaveva il suo centro in Grecia, ma era diffusa in tutta Europa una capillare rete clandestina che consentiva ai suoi utenti di guardare illegalmente i programmi delle televisioni a pagamento visibili in Rete, le “Iptv” (Internet Protocol Television). Con il suo ramo “Eclissi”; nell'ambito dell'operazione “Black Iptv”, la polizia italiana coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, insieme alle agenzie Eurojust ed Europol, ha smantellato l'organizzazione che con il business della pirateria online raggiungeva solo in Italia cinque milioni di persone e aveva un giro d'affari complessivo che raggiungeva i 60 milioni di euro all'anno. Otto ordini di investigazione europei sono stati emessi dalla Procura di Napoli, 23 persone risultano indagate. Gli investigatori hanno messo sotto sequestro siti e server, tra cui la piattaforma Xtream Codes, il “cuore” dell'organizzazione, e la Guardia di Finanza italiana e greca hanno arrestato il fondatore e gestore della piattaforma Christos Papaoikonomu a Salonicco. Un contributo alle indagini lo ha dato anche Sky Italia, che ha monitorato il sito greco. 

Una rete transnazionale

Lo definisce un “sofisticato sistema di frode finalizzato alla captazione e alla diffusione di prodotti destinati alla tv a pagamanto”, ha scritto nel decreto di sequestro preventivo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Fabio Provvisier. Alla portata di tutti e per tutti i gusti, al costo variabile tra i 10 e i 20 euro al mese un utente aveva libero accesso in chiaro a tutti i programmi delle pay tv Sky, Dazn, Mediaset Premium. Una rete di siti e server che servivano per la riproduzione e la diffusione in tutta Europa. Oltre all'Italia, infatti, i paesi coinvolti nell'inchiesta erano Germania, Olanda, Francia, Bulgaria e Grecia. Proprio da quest'ultima è partito tutto. Un piano che avrebbe portato a guadagnare soltanto in Italia 5 milioni di utenti e a muovere un volume d'affari milionario ogni anno.

Rischio carcere

Il “padre” e titolare di Xtream Codes, scrive l'agenzia di stampa Agi, è stato arrestato a Salonicco. Aveva 110mila euro in contanti con sé. Grazie anche al lavoro del Nucleo Speciale Tutela della Privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di Finanza italiana, sono stati individuati 23 indagati e sequestrati carte di credito e conti correnti. Dalla Procura campana sono partiti e sono stati eseguiti otto ordini di indagini europei, tre nei confronti di aziende e cinque di persone fisiche. L'operazione ha ovviamente “colpito” anche via etere. Sono stati posti sotto sequestro e oscurati Xtream Codes, 80 siti183 server per la riproduzione e la diffusione, mentre 700mila utenti pirata erano collegati proprio durante l'operazione. Ora, avendo acquistato illegalmente i pacchetti della tv a pagamento pirata, rischiano la reclusione dai sei mesi ai tre anni e multe da duemilacinquecento a 25mila euro.

Il ruolo di Sky

Una mano alla indagini l'ha data la televisione a pagamento per antonomasia, Sky. La piattaforma italiana ha collaborato con gli inquirenti attraversi il servizio Antipiracy & Content Protection, monitorando così le attività di Xtream Codes. Ha espresso inoltre la sua soddisfazione per il risultato dell'operazione il presidente del Codacons Carlo Rienzi: “Importante tutela della legalità e degli utenti onesti. Il fenomeno della pirateria nel mondo delle tv a pagamento va avanti da anni e coinvolge più di cinque milioni di italiani. Oltre a rappresentare una forma di illegalità, la pirateria porta ad un ingiusto incremento delle tariffe a carico di chi si abbona in modo regolare a quelle a pagamento''. Secondo stime del Codacons, la grande presenza di siti che permettono di accedere gratuitamente o a prezzi stracciati ai contenuti delle pay tv, comportano un rincaro fino al 10% sui prezzi degli abbonamenti televisivi, facendone fare le soese a chi ha comprato regolarmente i pacchetti delle  tv a pagamento.